Tram, rotaie nel mirino. «Sono pericolose»

Il parere di due tecnici in una consulenza chiesta dalla Procura per chiarire un incidente mortale
Foto Agenzia Candussi/ Baschieri/ Mestre, ponte della libertà/ Incidente mortale all'imbocco del ponte della libertà in direzione Mestre
Foto Agenzia Candussi/ Baschieri/ Mestre, ponte della libertà/ Incidente mortale all'imbocco del ponte della libertà in direzione Mestre
VENEZIA. Il progetto è stato esaminato e approvato dal ministero del Trasporti - attraverso l’ufficio Ustif - ma a parlare della pericolosità delle rotaie del tram, oggi, non sono solo i tanti ciclisti e motociclisti che ci finiscono dentro (i ruzzoloni non si contano) ma anche una relazione tecnica di consulenza ordinata dal sostituto procuratore Francesca Crupi per fare chiarezza sul decesso di Chiara Nobile, morta in un incidente stradale lo scorso 8 giugno. Un incidente per il quale la Crupi ha chiesto e ottenuto l’archiviazione dell’indagine per omicidio stradale nei confronti del marito della vittima, Claudio Silvestri. La relazione tecnica richiesta per ricostruire quanto accaduto ha però messo sotto accusa, almeno in parte, le rotaie del tram.


«La sezione trasversale della sede tramviaria», vi si legge, «con sopralzo di 5-7 millimetri del fungo della rotaia sul piano di rotolamento delle ruote del tram, determina una condizione di pericolosità per i veicoli a due ruote, soprattutto nei tratti in rettilineo come il Ponte della libertà dove il veicolo stradale percorre una traiettoria parallela alla rotaia del tram». «Tale pericolosità può quindi essere stata», prosegue la relazione, «almeno una concausa dell’incidente se non l’elemento principale». La procura si è quindi confrontata con il Comune, chiedendogli di intervenire per risolvere quanto segnalato dalla relazione degli ingegneri Agostino Cappelli e Mario Piacenti, e nel frattempo i legali di Claudio Silvestri, marito della vittima, si preparano a promuovere una causa civile per chiedere i danni a chi ha promosso e realizzato il tram. Dal Comune fanno sapere che il progetto è stato autorizzato e controllato dai tecnici dell’Ustif (l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) anche nelle parti che riguardano le rotaie e le piattaforme. «Ogni decisione sul progetto, sugli interventi e sulle eventuali modifiche da apportare», si limita a dire l’assessore comunale ai Trasporti, Renato Boraso, «deve essere presa dall’Ustif, e non da noi». Ma sempre secondo la consulenza della procura di Venezia le raccomandazioni che erano arrivate a Venezia dalla commissione interministeriale non sarebbero state accolte, soprattutto «in merito all’allineamento orizzontale della piattaforma (rotaia e piano di appoggio delle ruote)», diventando così un pericolo per i mezzi a due ruote.


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