Tragedia durante le ferie futuro nero per gli operai
La coppia bengalese morta in Arabia con i figli aveva una ditta con 18 dipendenti La società ora di fatto è “congelata”. I funerali bloccati in attesa delle indagini
Non è possibile conoscere la data del funerale della famiglia bengalese residente a Mestre morta in un incidente stradale in Arabia Saudita. Infatti l’autorità giudiziaria non ha ancora messo a disposizione dei familiari i corpi delle quattro vittime. Si attende la conclusione dell’indagine aperta per stabilire se ci sono eventuali responsabilità del conducente dell’auto nella quale hanno trovato la morte i quattro. Si tratta di un loro parente che è uscito praticamente illeso dall’incidente. L’auto, nei dintorni di Medina, è uscita di strada a causa dello scoppio di un pneumatico. L’incidente è avvenuto giovedì scorso. Solo a conclusione dell’indagine si conoscerà la data del funerale di Qamrul Islam Niloy, 40 anni, Tania Hossain, 30, e dei figli Eusa di 8 e Azan di 3 anni, residenti in città in via Bissa 40, dove aveva sede anche la società di cui era titolare la donna.
La morte dei due coniugi bengalesi in Arabia crea non pochi problemi economici e di permanenza nel nostro Paese a diciotto loro connazionali che lavoravano nell’azienda creata dalla coppia, ma di cui la donna era amministratore unico. Una srl della quale Tania Hossain deteneva il 99 per cento delle azioni e un suo parente il rimanente 1 per cento. Per statuto, poi, è stabilito che solo la maggioranza dei soci può convocare l’assemblea degli stessi. Quindi non sarà possibile convocarla in quanto la maggioranza dei soci, o chi la rappresenta, cioè Tania, è morta. «È una situazione ingarbugliata», spiega il notaio Antonio D’Urso, «Non c’è la possibilità infatti che l’assemblea dei soci possa chiedere al presidente del Tribunale la nomina di un liquidatore. La società rimane quindi bloccata. Non è da escludere il fatto che finisca in fallimento, magari richiesto da qualcuno che pretende un pagamento dovuto. Questo senza entrare nel merito della successione parentale», conclude D’Urso.
Tempi non facili si preannunciano per i 18 dipendenti, tutti connazionali della famiglia morta. La società denominata Akty aveva un appalto per lavorare in Fincntieri. Il colosso nazionale, che realizza navi a Porto Marghera e in altri stabilimenti dell’Italia, non ha ancora affrontato la questione dell’impresa che non ha più titolari. È evidente che Fincantieri ha tutte le potenzialità per trovare uno sbocco alla situazione lavorativa dei diciotto operai. E per questo nessuna porta sembra essere chiusa per ora. La situazione, per loro, comunque rimane complessa.
La famiglia Niloy per le feste di Natale doveva tornare in Bangladesh. Per farlo hanno scelto una compagnia aerea che fa tappa anche in Arabia Saudita. Il motivo era quello di portare il figlio più piccolo alla Mecca e poi andare a far visita ai parenti. Una sorella di Qamrul vive in quel Paese. Giovedì l’incidente nel quale è rimasta coinvolta tutta la famiglia. A salvarsi solo il nipote che li stava portando in giro per far loro vedere quella zona dell’Arabia.
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