Tragedia di Asiago: due biglietti con scritto «Maledetti», Silvia ha cercato di strangolarsi
ASIAGO. «Maledetti». E poi: «La pagherete tutti. Dio vi giudicherà. Maledetti». Due messaggi scritti a penna, in stampatello, con quella che potrebbe essere la grafia di Silvia Marzaro, la figlia che, secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, avrebbe avvelenato i genitori Italo e Ubaldina, di 85 e 83 anni, e poi si sarebbe tolta la vita a sua volta.
Due biglietti, di cui uno strappato. Starebbe in quei fogli la spiegazione del dramma familiare avvenuto nella villetta di contrada Penar ad Asiago. Uno è stato gettato in un cestino, trovato dai carabinieri durante il sopralluogo. È un tassello ritenuto molto importante nelle indagini dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner, mentre si attendono di avere i risultati delle autopsie che verranno disposte oggi.
I due messaggi ritrovati dagli investigatori nel corso del sopralluogo suffragano i sospetti che sia stata la figlia a mettere fine alla vita di tutta la famiglia. Saranno poi gli esami a chiarire se e quali sostanze abbiano assunto le vittime e l’esatta causa del decesso della figlia di 43 anni che soffriva di depressione.
LE CINTURE
Emergono intanto altri elementi, dopo il macabro ritrovamento. Silvia Marzaro è stata trovata con due cinture dell’accappatoio legate attorno al collo e una ferita profonda sulla testa che si sarebbe provocata una volta persi i sensi, cadendo sullo stipite della porta. Altre due cinture di stoffa, sporche di sangue, sono state trovate nel bagno. Un particolare sul quale si stanno interrogando gli inquirenti.
PORTA CHIUSA
I carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal tenente colonnello Giuseppe Bertoli, e i colleghi della compagnia di Thiene, diretti dal capitano Davide Rossetti, hanno escluso il coinvolgimento di altre persone. La porta d’ingresso della villetta al civico 206 era infatti chiusa con le chiavi inserite nella toppa dall’interno. E non sono stati trovati segni di effrazione.
L’ora del dramma
Il medico legale Alessandra De Salvia, che ha svolto la prima ispezione, ha fissato l’orario del triplice dramma tra le 12 e le 15 ore precedenti alla scoperta, avvenuta alle 15.45 di lunedì.
L’ipotesi più accreditata è quella del duplice omicidio-suicidio commesso da Silvia, che già lo scorso agosto aveva tentato di togliersi la vita assumendo una dose eccessiva degli psicofarmaci che le venivano prescritti da anni.
LE IPOTESI
Gli inquirenti ipotizzano che Silvia Marzaro abbia somministrato di nascosto ai genitori una dose letale di medicinali poco prima che andassero a dormire. Italo Marzaro e Ubaldina Volpato sono stati trovati supini, sotto le coperte rimboccate con cura. I due pensionati avevano delle piccole ferite, forse datate.
La figlia si trovava invece in corridoio. Aveva una cintura stretta attorno al collo le cui estremità sarebbero state tirate dal davanti quasi certamente da lei.
Da chiarire anche un altro fatto: altre due cinture di stoffa, macchiate di sangue, sono state recuperate in un sacchetto di nylon gettato nella cesta della biancheria sporca.
È dunque ipotizzabile che la figlia, dopo aver assunto farmaci, abbia provato una prima volta a strangolarsi senza poi riuscirci. Dopodiché, ma al momento sono solo supposizioni, Silvia potrebbe essere uscita di casa in un momento di scarsa lucidità, salvo poi rientrare e cercare di mettere fine alla propria vita senza neppure togliersi di dosso il piumino che indossava al momento della macabra scoperta.
I MESSAGGI
Due, come detto, i messaggi trovati. Il primo («Maledetti») è stato scritto su un foglio del bloc notes scoperto nella sua camera da letto.
Il secondo - «La pagherete tutti. Dio vi giudicherà. Maledetti» - era invece su un foglietto appallottolato e strappato a metà, poi gettato in un cestino per i rifiuti. Entrambi i bigliettini verranno sottoposti a perizia calligrafica per fugare ogni dubbio su chi sia stato a scriverli.
depressione
Il movente più accreditato rimane quello del vortice della depressione. Un mal di vivere che potrebbe essere stato acuito dal vedere i genitori sempre più in là con gli anni e con qualche problema di salute.
Secondo il fidanzato di Silvia, il fotografo Luigi Giacomin, 63enne di Mirano, che ha dato l’allarme perchè nessuno rispondeva al telefono, la donna era arrabbiata con loro perchè era figlia unica e l’avevano concepita in età già matura.
Un astio che però non era mai sfociato in nessuna aggressione. Restano ora le domande: cosa è accaduto fra domenica e lunedì? Chi è morto per primo? —
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