«Traffico convulso, non ci sono regole»

I due consulenti del pm Terzo dipingono un quadro sconsolante della situazione della navigazione in Canal Grande
Di Giorgio Cecchetti

«Stupisce come gli incidenti siano relativamente così pochi. Ciò probabilmente è dovuto alla grande esperienza pratica dei conduttori che si confrontano tutti i giorni con le esigenze dei propri clienti e quelle delle città». Così conclude uno dei capitoli della consulenza del capitano Antonio Morisieri e del contrammiraglio Lucio Borniotto sull’incidente del 17 agosto dello scorso anno in Canal grande in cui ha perse la vita il turista tedesco Joachim Vogel, che era a bordo di una gondola. Consulenza richiesta dal pubblico ministero Roberto Terzo, che fin dal primo coordina le indagini della Capitaneria di porto e della Polizia municipale. I due consulenti, entrambi con grande esperienza marinara, si meravigliano di come fino a quel giorno non ci siano stati gravi incidenti in Canal grande vista la grande confusione che vi regna.

Il 2 settembre, spiegano i due, cioè pochi giorni dopo l’incidente, hanno attentamente visionato le riprese di una videocamera piazzata all’altezza di Rialto che ha registrato il traffico per dieci ore: i mezzi transitati sono stati ben 1607, tra questi 700 erano taxi, 219 vaporetti Actv, 216 barche da trasporto, 168 barche private, 209 gondole, 39 lancioni Alilaguna per Tessera, 15 mezzi di Veritas per la spazzatura, 13 ambulanze e 10 lance dei vigili della Polizia locale. «Il traffico appare molto convulso», proseguono i due consulenti, «a fronte dell’analisi dei numeri riportati. Il transito sembra regolato dalla necessità di abbattere, per quanto più possibile, i tempi di transito e di manovra, per offrire ai numerosi utenti più viaggi, nella stessa giornata. Pur esistendo regole di precedenza prioritarie, le stesse non vengono rispettate. In conseguenza che impegna prima lo specchio acqueo passa per primo». Sono davvero sconsolanti queste prime considerazioni, ma il capitano Morisieri e il contrammiraglio Borniotto scrivono di peggio. «Per una persona estranea alla dinamica della navigazione in Canal grande anche se preparata», sostengono i due, «si assiste ad una totale deregulation».

La consulenza prende quindi in esame la questione della navigazione nei pressi dei pontili dove attraccano i mezzi Actv: «Dal filmato dell’incidente», scrivono, «si è notato che le distanze dai pontili di imbarco-sbarco passeggeri non vengono considerate come limitazioni di navigazione, nella loro prossimità».

Questo anche a causa della genericità della norma contenuta nel Regolamento per la circolazione acque del Comune, dove «non è chiaramente specificata una zona di interdizione alla navigazione neppure minima...In realtà, alcuni naviganti osservano in modo minimale la norma, ma se esiste un varco di passaggio, anche se molto ristretto, passano. Lo sfioramento dei mezzi è continuo, così come la possibilità di collidere».

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