«Traffico convulso, è mancata la prudenza»

Caso Vogel. Le motivazioni della sentenza di condanna di tre comandanti Actv e un taxista

VENEZIA. «Nella zona del Canal Grande in corrispondenza del Ponte di Rialto il traffico è intenso e assolutamente convulso». Così scrive la giudice Roberta Marchiori nelle motivazioni della sentenza con la quale ha condannato tre comandanti Actv e un taxista per aver provocato l’incidente nautico nel quale è rimasto ucciso il turista tedesco Joaquim Vogel, investito mentre con la famiglia era a bordo di una gondola il 17 agosto 2013.

Al momento della tragedia erano in movimento tre vaporetti Actv, un taxi appena uscito dalla cavana, una gondola: in quel caos sarebbe servito un surplus di prudenza, che non c’è stato.

Per descrivere la situazione, il giudice cita i dati raccolti dai consulenti del pm Terzo, che il 2 settembre per 10 ore hanno scrutato il traffico nell’area di Rialto, contando 1607 mezzi: 219 vaporetti Actv, 216 unità da trasporto, 168 barche private, 209 gondole, 700 water taxi e altro. Marchiori fa sue le parole dei consulenti: «Pur esistendo regole di precedenza prioritarie le stesse non vengano rispettate: chi impegna prima lo spazio acqueo passa per primo» e «lo sfioramento dei mezzi è continuo come la possibilità di collisioni». «La navigazione in quel tratto del Canal Grande», scrive la giudice in sentenza, «è dunque oggettivamente pericolosa e richiede particolare prudenza oltre al rispetto delle norme sulla navigazione». Così non è stato.

«Particolarmente gravi», scrive la giudice, le scelte del comandante Actv Riccardo De Ambrosi, condannato a un anno, 2 mesi e 20 giorni: «Ha deciso di innestare la marcia avanti pur avendo la prua non ancora libera dalla poppa del moto battello 2 dello Zamboni; scapolando sulla destra la gondola del Forcellini effettuando un’ampia accostata a sinistra e oltrepassando la mezzeria del canale pur avendo avuto la possibilità di percepire il difficile “scambio” tra il moto battello di Venerando (che ha investito Vogel, ndr) e quello dello Zamboni (....) nella circostanza ha aumentato notevolmente il numero di giri creando con il timore di sinistra una corrente di scia che ha investito la prua del moto battello 47», che ha colpito la gondola.

Gravi profili di colpa - prosegue Marchiori - «sono ascrivibili a carico del Venerando (11 mesi e 10 giorni, la pena per lui, ndr) «per due “scambi” in condizioni difficili; ha posto in essere infine una manovra palesemente erronea che ha portato alla collisione con la gondola del Pizzaggia». A suo merito - sottolinea la giudice - il fatto che «si è reso subito disponibile ad assumersi le proprie responsabilità e non ha esitato a comunicare le proprie condoglianze ai familiari del professor Vogel».

«Fabio Zamboni e Franco Ambrosi (il taxista, ndr)», conclude la giudice, che li ha condannati a 7 mesi e 10 giorni, «hanno fornito un apporto causale più modesto alla sequenza sfociata nell’evento, pur avendo comunque posto in essere (unitamente a Forcellini Daniele) gli antecedenti causali che hanno portato alla collisione».

Tutti i tre comandanti Actv - ricorda Marchiori - devono godere delle attenuanti generiche: «Sono persone incensurate e durante il loro percorso lavorativo non hanno mai dato adito a rimarchi di sorta. Inoltre va considerato che l’infortunio nautico di cui si discute se è verificata in una giornata (il 17 agosto) in cui il traffico turistico era particolarmente intenso e caotico e le condizioni di navigazione difficili. In attesa del ricorso d’appello, prosegue la battaglia sui risarcimenti: l’assicurazione Unipol ha versato un milione, la famiglia Vogel ne chiede 8.

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