Traffico acqueo in tilt nei canali minori

Le ordinanze che vietano il passaggio sotto il ponte di Rialto producono intasamenti nei rii vicini. Taxi e gondole in fila
Di Alberto Vitucci

Ingorgo nei rii. Le nuove ordinanze con il divieto di passaggio in Canal Grande producono intasamenti in tutti i canali vicini. In particolare la mattina – fino a mezzogiorno c’è il divieto per i taxi non di turno e i noleggi di passare sotto il ponte di Rialto – ma anche nel primo pomeriggio la circolazione dei piccoli canali va in tilt. Ieri, sabato, in rio di San Lio taxi in colonna senza possibilità di muoversi. Gondole che arrivano dall’altro senso, qualche barcone da trasporto. Privati, pochissimi. Stessa situazione in rio di Santi Apostoli, in rio di Noale e rio di Santa Marina. Ma anche nei canali che fino a qualche tempo fa erano vietati al passaggio dei motoscafi come Madonna dell’Orto, Sant’Alvise, la Sensa. Un problema che comincia a diventare drammatico, quello del traffico acqueo.

Moto ondoso al limite della sicurezza in bacino San Marco, con proteste dei gondolieri che chiedono almeno una postazione fissa di controllo. Onde alte a Fondamente Nuove, nel rio delle Navi e davanti a Sant’Elena-Certosa. Dove anche i mezzi Actv hanno qualche problema ad attraccare, per via dei Gran Turismo e dei taxi lanciati a grande velocità. Anche qui, controlli zero. Ma il problema adesso è evidente anche nei rii interni. Le poche risorse a disposizione della Polizia municipale vengono impiegate per il controllo fisso sotto il ponte di Rialto e alla Ferrovia, per far rispettare le nuove ordinanze del commissario. Che hanno ridotto i passaggi dei residenti sotto Rialto (fino a mezzogiorno passaggio vietato), in parte anche dei taxi e dei noleggi. Che però scelgono le vie alternative e intasano i piccoli rii.

Visto l’alto numero di turisti la quantità di taxi e gondole in transito è in continuo aumento. E passare per i canali è adesso un problema. Ci si mette anche un Piano del traffico mai aggiornato, nemmeno dai commissari, che non prevede alcun limite per il numero dei passaggi e per le misure (fino a tre metri di larghezza in rio di Noale), mentre invece sono rimasti i sensi unici. Che impediscono il passaggio alle piccole barche (costrette a fare il giro della città con aumento dell’inquinamento e del moto ondoso) incentivando invece la velocità e lo «scorrimento» dei taxi. «Nei canali non si può più andare a remi ma nemmeno con le barchette a motore», denuncia un residente.

L’ultima rilevazione sul traffico, effettuata dal Coses, risale al 2005. Allora erano stati censiti 30 mila passaggi di mezzi al giorno. Ma negli ultimi mesi il numero dei mezzi è aumentato. 25 nuove licenze di taxi, motoscafi con targhe diverse, di alberghi e vetrerie, di noleggio e di servizio pubblico non di linea. Che si aggiungono ai vaporetti, ai mezzi di Alilaguna, alle gondole e ai pochi privati (meno del 5 per cento del totale). Una pressione che non potrà durare a lungo, per i danni evidenti portati alle rive e alle fondamenta dei palazzi. Adesso ilo problema della sicurezza in Canal Grande ha portato al raddoppio dei pontili e ai limiti sotto il ponte di Rialto. Ma la situazione dei rii vicini è al collasso.

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