Trafficante di droga estradato a Berlino
CAORLE. Un uomo che risiedeva a Porto Santa Margherita, G.R., di 65 anni, coinvolto in un traffico internazionale di droga, è stato estradato in Germania a seguito di un mandato di cattura europeo spiccato dalle autorità di Berlino.
I carabinieri della stazione di Caorle hanno accompagnato il soggetto all’aeroporto di Linate dove è stato consegnato ad agenti della Polizei con cui si è imbarcato per raggiungere quanto prima le patrie galere tedesche.
Curioso è il fatto che solo il giorno prima di essere raggiunto da copia del mandato di cattura, l’uomo aveva appena finito di espiare una condanna delle autorità italiane agli arresti domiciliari a Porto Santa Margherita, per una vicenda legata allo spaccio di droga. Nel dispositivo preparato dalle autorità tedesche si sospetta invece che G.R. sia coinvolto in un vero e proprio traffico internazionale di stupefacenti tra Germania e Italia .
La droga sarebbe partita infatti dalla Germania per raggiungere l’Italia attraverso dei corrieri. Non è stato rivelato dalle autorità quale fosse il ruolo del 65enne estradato in questo losco traffico. Secondo quanto si è riusciti a sapere, nell’ambiente un po’ ovattato della frazione di Porto Santa Margherita, la persona arrestata non è originaria di Caorle. L’uomo sarebbe venuto ad abitare in quella che una volta si chiamava Marina alcuni anni fa, mantenendo rapporti cordiali con tutti. G.R. però è incappato, specie negli ultimi tempi, in problemi con la giustizia. Infatti prima è stato arrestato e poi ristretto ai domiciliari; ora invece è stato addirittura estradato in un paese estero. Chiaramente, degli sviluppi della vicenda, sono stati informati anche gli 007 della Procura di Venezia, in particolare coloro che avevano avuto a che fare con le vicissitudini giudiziarie del 65enne. Non è un mistero infine che Porto Santa Margherita, quando finisce l’estate, diventi il crocevia di persone che vivono nascosti, quasi in clandestinità, per sfuggire alle maglie della giustizia. (r.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia