Tracce di mercurio nelle falde, no alle indagini

Bocciato l’emendamento di Zanoni (Pd) per approfondire le cause dell’inquinamento. L’assessore Mancini: inaccettabile 

MOGLIANO. Un altro no, il quarto, all’emendamento anti mercurio proposto dal consigliere regionale Andrea Zanoni: nei giorni scorsi, in sede di approvazione del bilancio regionale, nell’aula consigliare di palazzo Ferro Fini, la maggioranza di centro destra ha confermato l’orientamento espresso già negli anni scorsi: niente approfondimenti ulteriori sulle cause che hanno generato la contaminazione da mercurio nella falda acquifera a sud della Marca.. Zanoni (Pd) chiedeva alla Regione di mettere a bilancio 300 mila euro per effettuare approfondite indagini sulle cause di questo inquinamento anomalo riscontrato dal 2010. I costi ipotizzati da Zanoni riguardano in particolare la necessità di effettuare specifici carotaggi e analisi scientifiche ulteriori rispetto all’attuale monitoraggio di routine dei pozzi effettuato dall’Arpav. Anche l’approvazione del bilancio regionale 2019 è scivolata respingendo tale richiesta.

«Il Veneto è pieno di casi di inquinamento delle falde acquifere» segnala Zanoni «penso al cromo esavalente di Tezze, oppure al bromacile di Quinto (che veniva da Paese), i Pfas nel vicentino: tutti inquinamenti sui quali l’autorità è intervenuta scoprendo la fonte primaria di inquinamento, la causa e i responsabili. Qui, nel caso del mercurio, non riesco a capire perché non si voglia andare a fondo. Ho illustrato il punto e non ho ottenuto risposta» segnala Zanoni «se non la bocciatura dell’emendamento. Hanno trovato 160 milioni per la Pedemontana ma per la tutela di un bene primario indispensabile, niente».

La notizia di questa ennesima bocciatura è stata accolta con rammarico anche dal sindaco di Preganziol e dall’assessore all’ambiente di Mogliano Oscar Mancini. «È evidente che la giunta regionale non ha alcuna intenzione di trovare le cause e dà per scontato che quella sia una falda persa per sempre» commenta Mancini «o almeno per i prossimi decenni. Questo è totalmente inaccettabile, tanto più alla luce del fatto che in presenza dei cambiamenti climatici, la risorsa acqua sarà sempre più scarsa. A Mogliano i controlli dell’Arpav ci dicono che l’inquinamento non è ancora arrivato ma è prevedibile, osservando il trend di spostamento del plume inquinante, che in futuro potrebbe interessare l’area a nord est del nostro comune, tra Zerman e Bonisiolo, per questo abbiamo inserito anche i pozzi del nostro territorio tra quelli monitorati».

Per ora ad essere interessato dal problema del mercurio nell’ottava falda, quella oltre i 200 metri di profondità, è quasi esclusivamente il territorio comunale di Preganziol. Una linea “rossa”, quella che indica i pozzi dove la concentrazione supera il limite di 1 µg/L, taglia a 45 gradi, da Quinto di Treviso, l’asta del Terraglio. Stando alle ultime analisi di ottobre sono ancora molti pozzi inquinati. Per affrontare il problema, in questi anni, oltre ad emettere ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua prelevata dalla falda, il Comune ha provveduto con Veritas ad estendere la rete acquedottistica nel territorio sostenendo ingenti costi. —
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia