Tra i punti deboli la viabilità e l’erosione
Fabrizio Boscolo Nale: «Servirebbero bagni, docce, aree per lo sport: la burocrazia ci blocca»
SOTTOMARINA. Estate frizzante, ma rimangono punti neri su cui lavorare per consolidare quello che altrimenti resterà un aumento estemporaneo. Tra i nei gli operatori segnalano la viabilità, l’erosione, i mancati controlli sui decibel e l’impossibilità di realizzare strutture innovative nella fascia B (quella degli ombrelloni) per un’interpretazione troppo rigida della normativa.
«I clienti chiedono di poter svolgere in spiaggia attività extra rispetto al balneare», spiega Fabrizio Boscolo Nale del Gebis, «penso ad aree ombreggiate dedicate allo sport o ai messaggi, a servizi igienici per i chioschi, a docce calde per chi non vuol fare 300 metri per arrivare al blocco dei bagni. I nostri imprenditori hanno molte idee e sarebbero anche pronti a investire, malgrado l’incertezza sulla durata delle concessioni, ma troviamo un muro in Comune per l’interpretazione troppo rigida delle norme. Non stiamo parlando di colare cemento sull’arenile, parliamo di strutture leggere, rimovibili a fine stagione, che però permetterebbero al turista di godere della spiaggia anche nelle giornate nuvolose o ventose».
Tra le debolezze croniche quella della viabilità con un’unica via di accesso e di fuga che in ogni weekend si trasforma in una prigione, l’indecenza di alcune strade urbane, come via Barbarigo, e quella della convivenza difficile tra locali notturni e attività ricettive. «Non siamo contro la movida», spiega Luciano Serafini, presidente di Cisa Camping, «ma ci sono decibel e orari da rispettare. Il Comune non può attendere ogni volta le rilevazioni dell’Arpav per capire se ci sono sforamenti, la Regione dovrebbe concedere al Comune di misurare decibel dotandola degli strumenti opportuni». Altra ferita aperta quella dell’erosione e dei ritardi nelle operazioni di ripascimento con il paradosso quest’anno di vedere gli operai al lavoro a Isola Verde in settembre per ripristinare la costa. «Non ci siamo», spiega Serafini, «abbiamo necessità di procedure veloci e snelle per intervenire quando si verificano mareggiate violente. Stiamo lavorando a un protocollo d’intesa che ci permetta di intervenire entro 3-4 giorni come succede in altri punti del litorale veneto».
(e.b.a.)
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