Torta non risponde al giudice e resta in carcere

MESTRE. Riccardo Torta si è avvalso della facoltà di non rispondere, nella mattinata di lunedì 18, e il gip Alberto Scaramuzza ha convalidato l'arresto e ha quindi emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, probabilmente una scelta dettata anche dal fatto che non ci sarebbe un altro posto al quale poter destinare l'omicida. Torta, quindi, resterà rinchiuso nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. Da parte sua la difesa si prepara a chiedere una perizia psichiatrica per valutare il reale stato di salute mentale dell'uomo, già seguito dal Centro di salute mentale dell'Asl 12.
L’elettrosega con la quale Riccardo Torta ha fatto a pezzi il cadavere di Nelly Pagnussat era nuova, non era mai stata usata. Inoltre Torta ha steso a terra un telo di nylon quando ha proceduto nella macabra operazione. Due elementi che fanno pensare a un atto premeditato, soprattutto l’elettrosega. Oggi, in carcere a Santa Maria Maggiore, l’interrogatorio per la convalida dell’arresto per omicidio aggravato. Non è escluso che oggi il giudice disponga la custodia cautelare non più in carcere ma in un centro di cura per malati di mente. Infatti Torta è un malato psichiatrico che frequenta il servizio di Igiene Mentale dell’Asl 12.
Perché Riccardo Torta ha acquistato un’elettrosega del tipo usato per potare alberi o tagliare legna? Un’elettrosega che non ha mai usato prima di fare a pezzi il cadavere di Nelly Pagnussat. Non aveva l’hobby del fa-da-te, né tantomeno possedeva o curava un giardino. Quindi ha acquistato quell’attrezzo elettrico per farne cosa? Cercheranno di scoprirlo gli investigatori della Squadra Mobile impegnati pure nell’individuare il movente che ha scatenato la furia omicida di Torta. L’uomo stando agli accertamenti fin qui svolti, avrebbe ucciso la vicina di casa, la donna abitava al secondo mentre lui al quarto piano, colpendola con un martello trovato e sequestrato dagli inquirenti. Evidenti i segni sulla testa riconducibili a colpi dovuti a un corpo contundente. Il martello Torta lo aveva in mano quando è stato visto sia dalla vicina che dal genero della vittima. La certezza sulle cause della morte comunque ci sarà solo con l’esito dell’autopsia. Come del resto per conoscere se la donna era già morta, quando il suo corpo è stato martoriato dalla sega elettrica.
Altro elemento inquietante che dimostra lo stato di lucida follia in cui Torta si trovava al momento dell’omicidio, è la meticolosità con cui ha cercato di non sporcare e di fare pulizia. Infatti quando ha deciso di fare a pezzi il cadavere, ha prima disteso sul pavimento del salottino di entrata dell’appartamento della donna, un telo di nylon per non sporcare. Dopo aver suddiviso le parti infilandole in sacchi neri per la spazzatura, ha raccolto il telo e lo ha riposto in sacco. Quindi con il moccio Vileda ha pulito le tracce di sangue dal pavimento. Naturalmente non del tutto. Del resto la polizia scientifica ha gli strumenti, comunque, di rilevare tracce ematiche anche se queste vengono lavate da oggetti, pareti e pavimenti.
Tutto questo dimostra che voleva disfarsi del cadavere e nascondere cosa era avvenuto in quell’appartamento. Non è ancora stato chiarito dove volesse portare i pezzi del cadavere. Quando ha capito di essere stato scoperto, sia da una vicina di casa che dal genero di Nelly arrivato in via Ca’ Venier per capire cosa fosse successo e perché l’anziana non rispondeva al telefono, Torta ha cercato di disfarsi dell’elettrosega. Infatti è stata trovata dagli investigatori nel cortile condominiale. Non solo. Quando i poliziotti sono riusciti a farsi aprire la porta, dopo quasi due ore e mezzo di trattativa, l’uomo è stato trovato pulito, si era lavato, e con abiti diversi da quelli che indossava quando ha ucciso. Indumenti che poi la polizia scientifica ha recuperato sporchi di sangue e sequestrato insieme alla sega elettrica e al martello. Sequestrati anche i due appartamenti dove la polizia scientifica e gli agenti della polizia giudiziaria dovranno svolgere altri accertamenti. Soprattutto nell’abitazione di Torta, dove potrebbero esserci altri elementi a testimonianza della premeditazione dell’omicidio.
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