Torri da abbattere, ci pensa l’esercito
Giovedì esplosione fallita per un errore di calcolo della forma, domani interviene il Reggimento guastatori di Udine
Ora la parola passa al PX64. Al plastico che domani mattina ha il compito di finire il lavoro che l’esplosivo, piazzato dagli artificieri sotto la torre CV22 dell’ex stabilimento Vinyls Italia, giovedì ha fallito. Questa volta ad intervenire come chiesto dal prefetto Carlo Boffi saranno i militari del 3° reggimento Guastatori di Udine. Uno dei reparti più preparati del nostro Esercito e che da anni è impegnato in vari teatri di guerra in quelle che sono missioni di “Peacekeeping”. La richiesta del prefetto è arrivata dopo che il tentativo degli artificieri incaricati dalla ditta Rigato di Marghera che sta demolendo l’impianto del Petrolchimico, aveva fallito. Un fallimento che aveva creato non pochi problemi dal punto di vista della sicurezza, ma anche del funzionamento di porto Marghera. Tanto che durante la notte tra giovedì e venerdì era stato interdetto il traffico acqueo sul canale sud. A spiegare cosa sia successo giovedì alle 19. 30, quando le cinque cariche di esplosivo piazzate alla base della torre, non hanno abbattuto il traliccio che sostiene la torcia è il comandante provinciale dei vigili del fuoco Ennio Aquilino: «Sono state sottovalutate la forma della struttura e la potenza necessaria dell’esplosione. Noi siamo intervenuti nella serata per verificare eventuali estremi di soccorso pubblico. Ci preoccupava una eventuale caduta accidentale della torre sul lato delle tubazioni del cracking ad alta pressione. I responsabili della ditta ci hanno consegnato una relazione secondo cui se la torcia anche dovesse collassare lo farebbe in avanti. Non andando a interessare il canale dei Petroli o le linee del cracking. È proprio dove si voleva si schiantasse. Lì ci sono un posteggio e un’area cantierabile già interdetta. Uno dei tre “piedi” della struttura non è stato intaccato né toccato dall’esplosione, mentre gli altri due hanno una sezione ridotta del 50%. Stanotte
(ieri notte)
c’è stato anche un forte vento, ma la struttura non ha denunciato alcun segnale di collasso. C’è anche un tirante collegato a un escavatore che tende verso la zona voluta. Ci sono problematiche per il reperimento di ulteriori cariche», spiega Aquilino che ha eseguito diversi sopralluoghi nel cantiere, «quindi si è valutato l’intervento delle forze armate, le uniche che possono usare il plastico, che è vietato per utilizzo civile». La prefettura di Venezia ha interessato il Comando forze operative Nord di Padova per effettuare prima un sopralluogo per valutare le possibili soluzioni, poi per garantire l’intervento di domani. Secondo Aquilino il tipo di esplosivo utilizzato giovedì non era adatto alla struttura circolare dei piedi della torre: va bene per muri ed edifici. Da giovedì sera nessuno si è potuto avvicinare all’area delle torri dello stabilimento, con il canale industriale Sud sempre interdetto alla navigazione per motivi di sicurezza. Dell’intervento di domani mattina parla il capitano Giovanni Vastelli, portavoce del reggimento Guastatori di Udine. Spiega l’ufficiale: «L’operazione vede impegnati due team, in quanto si tratta di un intervento complesso. Ogni team è composto da due specialisti. Complessivamente saranno impiegati una ventina di uomini, considerati anche quelli destinati alla scorta armata dell’esplosivo. Non è la prima volta che svolgiamo questo tipo di interventi. Tra le altre cose fanno parte del nostro addestramento nei vari poligoni usati per la nostra formazione».
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