Torre Merville superattico venduto a cinque milioni

Jesolo. Il compratore sarebbe un magnate russo «Ma il mercato è in crisi, ora pensiamo a ristrutturare»

JESOLO. «Non costruite più nuove abitazioni a Jesolo». Il delegato della Fimaa-Confcommercio, Alessandro Simonetto, è da anni alla guida della federazione dei mediatori e agenti d'affari a livello provinciale. Conosce bene il territorio e le sue previsioni, anche se criticate e avversate, si sono rivelate spesso esatte. Con circa duemila appartamenti invenduti, se non di più, Jesolo si trova ad affrontare un momento difficile. E la conferma che ormai si vende solo il lusso estremo arriva dalla notizia che un magnate russo ha acquistato, a cinque milioni di euro, il mega attico del grattacielo Merville in Pineta.

La torre più alta di Jesolo, quella coperta di vetro verde che sembra integrarsi e mimetizzarsi nella rigogliosa pineta, concepita dall'architetto Gonçalo Byrne e dall'architetto paesaggista João Ferreira Nunes, entrambi portoghesi, ha trovato l'acquirente "top". Venduto l'attico a due piani, con vista su Venezia, adesso le vendite dell'intero grattacielo, che ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti a livello internazionale anche su riviste di settore, potrebbero decollare visto che si parla di prezzi attorno ai 600 mila euro per abitazioni "medie".

Per il momento, i prezzi non scendono sulle varie "torri" di Jesolo. Chi ha chiesto sconti approfittando della crisi, ha ottenuto il diniego assoluto. I proprietari preferiscono non cedere e aspettare. Ma è noto che le vendite procedono molto a rilento. «È vero e non lo possiamo certo nascondere», analizza Simonetto, «anche perché a Jesolo si è costruito tanto, troppo. E adesso, complice la crisi, viviamo un momento di stasi. Non possiamo più costruire, mentre dobbiamo fare in modo che la nuova economia si poggi sulle ristrutturazioni. Troppi immobili sono fatiscenti, vecchi a malandati. Ormai si fatica anche ad affittarli. I clienti non si accontentano. Spendono, magari, ma per avere il meglio. Lasciando da parte il mercato delle torri, che ha una storia a sè, dobbiamo pensare alle migliaia di immobili che costituiscono il patrimonio immobiliare di Jesolo e che sono fermi. Impegnare le aziende nella ristrutturazione è la chiave per il futuro immobiliare della città e la ripresa del mercato».

La polemica si sposta anche sul piano politico. In Consiglio comunale ci sono stati nuovi cambi di destinazione d'uso di vecchie strutture ricettive. «Due per l'esattezza», attacca Daniele Bison della civica Jesolo, «sulle quali abbiamo votato contro, con prese di distanze della maggioranza. In questi anni ne abbiamo visti tanti di questi cambi di destinazione».

«Non altrettanto», conclude il delegato Fimaa, «possiamo dire di abitazioni a prezzi calmierati e per i cittadini che ne avranno sempre più bisogno in futuro».

Giovanni Cagnassi

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