«Torno nella Mestre che amo»: Don Bernardi è il nuovo parroco

Duomo di San Lorenzo gremito ieri sera per la messa d’insediamento della guida della comunità. La riflessione del Patriarca sulla figura del padre e l’invito a far conoscere il Concilio Vaticano II
Messa al Duomo di Mestre per l'investitura del nuovo parroco Don Gianni Bernardi - nella foto Don Gianni
Messa al Duomo di Mestre per l'investitura del nuovo parroco Don Gianni Bernardi - nella foto Don Gianni

MESTRE. «Questa è una città che amo perché è qui sono cresciuto. Ho provato a dare un’occhiata ai registri e posso dirvi di essere il primo parroco davvero mestrino degli ultimi cinquant’anni». Con una battuta e con un pizzico di orgoglio don Gianni Bernardi, 64 anni, si è presentato ieri sera alla comunità della città dopo aver preso possesso della sedia presidenziale, diventando così a tutti gli effetti parroco di San Lorenzo, e amministratore parrocchiale della comunità di Santa Maria della Speranza. Duomo gremito per la messa di insediamento presieduta dal patriarca Francesco Moraglia, e con la presenza di una ventina di sacerdoti in rappresentanza della diocesi veneziana.

Il primo applauso della comunità dei fedeli è stato all’ingresso in chiesa di Moraglia e del nuovo parroco. Don Gianni negli ultimi 6 anni è stato la guida della piccola parrocchia di Santo Stefano, in centro storico, e ora dovrà amministrare la più grande parrocchia della diocesi, con circa 9.500 fedeli. «Datemi un po’ di tempo per conoscervi ma ho fiducia nel signore che mi darà la forza e la gioia per lavorare assieme a voi», ha detto monsignor Bernardi nel suo discorso finale, ricordando le tappe della sua vocazione, dalla prima messa nella chiesa di Trivignano all ’impegno nell’azione cattolica (fino al 2002).

Circa mille i fedeli che hanno gremito il duomo e che per due ore hanno seguito con attenzione - con l’eccezione di qualche trillo di telefonino di troppo - la messa e i passaggi che hanno portato don Gianni a prendere pieno possesso della parrocchia tra i quali, tra i più significativi, la consegna da parte del patriarca delle chiavi del tabernacolo, a custodia dell’Eucarestia. Moraglia, nell’introdurre il nuovo parroco e nell’augurargli buon lavoro, ha sottolineato che, facendo andare la riflessione dei presenti alla carenza di vocazioni, «soprattutto oggi la presenza di un parroco non è scontata, ma è un dono per la comunità».

Rivolgendosi poi a don Gianni lo ha invitato a essere «amico, fratello e guida dei fedeli della comunità», ma soprattutto lo ha invitato a essere padre, con una profonda riflessione sul ruolo della paternità. «Essere padre non è facile, perché il padre non è colui che acconsente a tutto, ma colui che vuole far vivere la comunità. Certi sì di comodo sono più il frutto di calcolo umano che di vera paternità, bisogna sapere dire anche dei no». «La tua forza», ha proseguito Moraglia rivolgendosi a don Gianni, «sta nel fatto che sei stato mandato qui, non sei stato tu a volerci venire, tu ha solo detto di sì a una chiamata, e in questo sì c’è la tua libertà». Moraglia inoltre ha invitato il nuovo parroco, che arriva a Mestre all’ingresso del cinquantesimo anno dalla chiusura del Concilio Vaticano II, a «far conoscere e far amare il Concilio come un dono che segna l’oggi della chiesa». In un altro dei passaggi più importanti Moraglia ha invitato don Gianni a ricordarsi dei poveri che «sono la vera ricchezza della Chiesa». A conclusione della cerimonia il rinfresco nel cortile della canonica che ha permesso ai fedeli di andare a conoscere il nuovo parroco. Questa mattina la prima messa di don Gianni Bernardi da parroco del duomo di San Lorenzo. Prima di lui il parroco era stato don Fausto Bonini.

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