«Tornelli a San Marco e numero chiuso»
Tornelli per entrare a San Marco. E prenotazione obbligatoria per accedere all’area Marciana. Il sindaco Luigi Brugnaro ci sta pensando, e punta a rendere operativa un’idea che aveva già lanciato durante la campagna elettorale. Controlli dei flussi e decoro della città. Adesso arriva in pieno agosto la proposta di Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretaria ai Beni culturali e al Turismo. «Numero chiuso a San Marco e controllo dei flussi», ha detto in un’intervista al nostro giornale, «il governo lancerà presto un progetto per Venezia».
«Se il governo aprirà un tavolo per aiutarci a risolvere il problema del turismo a Venezia ci saremo, è ovvio», dice Maurizio Crovato, giornalista e oggi capogruppo della lista Brugnaro, il partito di maggioranza in Consiglio comunale. Un tema che Crovato conosce per averlo seguito da anni, come veneziano e come cronista. «Il primo a parlare di ticket e numero chiuso fu negli anni Ottanta il sindaco Mario Rigo, ricorda, «ma nessuno lo ascoltò. E allora i turisti erano due milioni, oggi sono 28 milioni, arriveranno presto a 30. E non sono turisti di qualità, ma pendolari che non portano ricchezza. L’inquinamento turistico esiste, è un problema che dobbiamo affrontare».
Necessario dunque studiare un sistema per ridurre la pressione e fermare l’onda. E rendere operative le idee che periodicamente nascono quando la città subisce l’assalto della grande folla. L’agosto 2015 è stato peggiore del solito. Pendolari, turisti dell’Expo, grandi navi, bus giornalieri, comitive. La città è invivibile, e le attività economiche si adeguano.
Chiudono artigiani e negozi di vicinato, aprono fast food, pubblici esercizi, gelaterie e pizzerie non sempre di qualità. Allarme che i comitati e associazioni come Italia Nostra lanciano inascoltati da anni. Intanto i residenti si sono ridotti a meno di 56 mila, la metà di quanti turisti e pendolari ci sono ogni giorno nella città storica. Gli appartamenti vengono trasformati, i servizi anche. «Questo mondo sommerso e abusivo di Bed and breakfast», dice Crovato, «accelera il fenomeno dell’espulsione dei veneziani. Bisogna fare qualcosa». Dunque, fermare il turismo che provoca disagi e non porta ricchezza. Come? L’idea della Ztl non ha funzionato come dissuasore, ha portato qualche euro in più nelle casse del Comune, ma il numero dei visitatori giornalieri non è diminuito. Anzi.
«Dobbiamo sfruttare la rete e le prenotazioni via Internet, renderle obbligatorie», dice Crovato, «trovare un sistema per disincentivare chi viene senza prenotare. Se prenoti puoi entrare, altrimenti no. Ma bisogna farlo, presto».
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