Tornano le mostre in via Piave «Non rinunciamo a questo spazio»
Un’occupazione in piena regola, con le stufe “fungo” per riscaldare l’ambiente, il gruppo elettrogeno a dare l’elettricità e l’acqua dalle taniche per il bar. Ma fatta anche di torte offerte dalle signore della zona e di divanetti portati dalle mamme degli occupanti.
Il “Loco”, laboratorio occupato contemporaneo, si apre alla città ogni pomeriggio e sera e lancia il messaggio che tra le mura dell’ex biblioteca di Mestre, poi spazio per l’arte contemporanea di alto livello, poi edificio chiuso da vendere per ripianare i conti di Ca’ Farsetti, si può tornare a condividere progetti, arte e iniziative. Scacciando via l’oblio di cinque anni di chiusura per cartolarizzazione e di tentata vendita attraverso EstCapital.
L’ex Contemporaneo di via Piave riapre subito le porte alle mostre. Come con “Drop Out 2” con le opere di Adalberto Abbate, Petrov Ahner e Nicolas Clauss e un video di Sandro Mele. Mostra di fotografi noti che doveva approdare al Teatro Valle di Roma ma che ha deviato su Mestre dopo che la struttura romana ha visto finire l’esperienza di occupazione.
«Non abbiamo avuto alcun contatto con il Comune e con la proprietà», dicono i ragazzi del Loco. «Non ci risultano denunce e visto come si sono espressi esponenti della vecchia amministrazione noi siamo convinti che a questo spazio non possiamo rinunciare. Niente barricate ma qui vogliamo restare e se ci mandano via torneremo o cercheremo spazi simili», è il messaggio al Comune.
L’inaugurazione della mostra domani, domenica, dalle 15 con una castagnata di benvenuto. Nei giorni scorsi è passato di qui anche Riccardo Caldura, ideatore del Contemporaneo, che ha lasciato un messaggio eloquente: «Forse non si tratta di una apertura con tutti i crismi della legalità, ma è pur sempre meglio del puro e semplice abbandono».
L’esperienza del Loco mette assieme i ragazzi del Rivolta e il coordinamento studenti medi e porta tante nuove collaborazioni. In via Piave si svolgono gli incontri di ricerca e mappatura degli "Urban commons" del territorio veneziano. Due docenti di Urbanistica dello Iuav stanno scrivendo un libro proprio su quei luoghi urbani che sono stati riqualificati da una comunità. Da lunedì parte la sala studio, poi arriveranno laboratori di ceramica, un cineforum organizzato assieme al comitato cittadini di via Piave.
«Porteremo nella piazzetta che stiamo contribuendo a rianimare anche un mercatino del riuso, con i commercianti della zona. Speriamo di poter organizzare un mercatino contro la crisi già prima di Natale e poi ospiteremo presentazioni di libri come quello su don Gallo, dibattiti sull’internazionalismo dal basso e altre mostre come quella sulla carovana di rugbysti in Palestina», spiegano i ragazzi della struttura occupata.
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