Tornado, un giorno d’inferno: dieci milioni di danni

VENEZIA. Il giorno dopo l’inferno, la tromba d’aria che ha rovesciato le isole di Venezia, restano le barche accartocciate, i pali divelti, le tegole strappate e gettate a centinaia di metri. Tra Venezia e litorale la stima complessiva dei danni, compresi quelli all’agricoltura, potrebbe arrivare a 10 milioni di euro. Sant’Elena, Sant’Erasmo, Treporti ed Eraclea stanno cercando di rialzarsi dopo essere state calpestate dal gigante di vento, all’insegna della solidarietà, con aziende che hanno messo a disposizione legno per coprire le case di Sant’Erasmo, aziende che hanno dato i puntoni per il trasferimento dei mezzi dei vigili del fuoco a Sant’Erasmo, e anche l’Actv ha messo a disposizione un vaporetto per il trasporto del materiale. Una ventina i vigili del fuoco impegnati, altrettanti gli uomini della Protezione civile.
Sant’Elena. Chiuso lo stadio Penzo dove un albero ha fatto crollare una parte della mura di cinta, e va verificata la sicurezza di tribune, curve e torri di illuminazione. Intervento d’urgenza anche per mettere in sicurezza il tetto della chiesa dei Servi di Maria, dopo che il tetto era stato in parte scoperchiato. Ferita la pineta, dove ci sono alberi ovunque e dove ieri le cooperative che si occupano del verde hanno lavorato per ripristinare la sicurezza. In ginocchio la remiera Casteo: il vento si è portato via tutto, le barche, i trofei, i documenti. L’assessore al Turismo, Roberto Panciera dà «completa disponibilità a usare il cantiere di Malamocco per l’eventuale ricovero di tutte quelle barche che saremo in grado di ospitare. Faccio anche un appello alle altre società remiere nella speranza che possa mettersi in moto una gara di solidarietà».
Sant’Erasmo. Per dire della violenza del vento: ieri nell’isola sono state trovate sedie, che erano alla Certosa. Tra gli edifici pubblici i tecnici sono intervenuti sul cimitero. Una squadra sta anche verificando eventuali danni alla storica Torre Massimiliana. I vigili del fuoco sono riusciti a trasferire i mezzi grazie ai puntoni messi a disposizione da una ditta di Punta Sabbioni in accordo con il Magistrato alle Acque. Con la protezione civile hanno lavorato per tutto il giorno per coprire i tetti danneggiati di dieci case, e sono riusciti a farlo prima che iniziasse a piovere violentemente. Trenta aziende agricole su sessanta hanno subito danni alle strutture, ai magazzini e alle colture. «Molte colture sono state completamente distrutte», dice Carlo Finotello, uno degli agricoltori più noti dell’isola.
Isola della Certosa. Tre anni ci sono voluti per far crescere il parco, e probabilmente ce ne vorranno altrettanti per sistemare le cose. Al di là dei mille alberi caduti ieri gli interventi hanno riguardato le strutture più danneggiate: il Casello delle polveri e la Torre dell’Acqua.
Treporti. Sono cento le auto rimaste danneggiate nel parcheggio del terminal Marina Fiorita mitragliate e trapassate dalla violenza dei rami degli alberi. Sul fronte delle attività agricole dopo il sopralluogo della Coldiretti oggi ci sarà quello della Cia. Il sindaco Claudio Orazio sta valutando se chiedere lo stato di calamità.
Eraclea. La tromba d’aria che ha solo sfiorato Jesolo si è accanita su Torre di Fine, dove ha raso al suolo 5 mila metri di serra e 3 mila di vigneti dell’azienda Callegher. «Non li lasceremo soli», fa sapere il Comune. Colpita anche la scuola elementare, i cui danni si aggirano intorno ai 40 mila euro: tetto volato via e vetrate scoppiate.
Caorle. Ultima tappa della tromba d’aria è stata la località Pra’ delle Torri di Duna Verde: vortice di grondaie, fioriere e tende, è bastata la giornata di ieri per mettere tutto in ordine. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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