Tornado Riviera, Regione contro lo Stato: «Aiuti insufficienti»
DOLO. Quando arriveranno i soldi per le famiglie colpite dal tornado della Riviera?
«Bisogna chiederlo allo Stato che ha la competenza su questa emergenza. I cittadini hanno ragione a lamentarsi, ci mancherebbe altro. Ma la legge 225 del 1992, la legge Zamberletti, prevede tre categorie di emergenze e il tornado ricade nella categoria C con competenza interamente statale. Lo prevede lo stato di emergenza del luglio dello scorso anno firmato dal governo. Quindi le critiche vanno rivolte allo Stato. Se tornasse una quota maggiore dei 20 miliardi di tasse che pagano i veneti, probabilmente si gestiva meglio questa emergenza. E certo, la burocrazia ha frenato tantissimo l’aiuto alle famiglie in difficoltà. L’emergenzialità deve prevedere misure snelle e veloci, ma, dopo vicende come quelle de L’Aquila, tutto si è complicato. Controllare è giusto, ma per pochi furbi non devono pagare tutti». Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile interviene sulla polemica nella Riviera ancora devastata un anno dopo il tornado e la beffa dei rimborsi che non arrivano alle famiglie di Dolo, Pianiga e Mira.
Rivolgersi allo “06”. Sarebbero andate meglio le cose, fa capire Bottacin, «se l’emergenza tornado fosse stata gestita in partecipazione dal Veneto come è successo nel Friuli terremotato». Il messaggio da Palazzo Balbi è chiaro. Per le critiche rivolgersi a Roma, «al prefisso 06», precisa Bottacin.
Cinque milioni. È la cifra per l’emergenza tornado messa in campo dalla Regione, contro i due milioni arrivati dal governo per l’emergenza del luglio 2015. Lo precisa l’ufficio stampa della giunta regionale. Con la gestione commissariale sono stati assegnati 2 milioni di euro per interventi «sulle opere pubbliche» dei Comuni di Dolo, Mira e Pianiga (oltre un milione) e per le spese di altri enti gestori di forniture pubbliche (Anas, Enel, Italgas, Prefettura, vigili del fuoco).
Le attività di «rendicontazione e liquidazione della spesa sono in corso. E su richiesta dei Comuni è stata «prorogata la contabilità speciale per garantire i flussi finanziari necessari alla esecuzione degli interventi pubblici da parte dei Comuni». Tre i milioni di euro dalla Regione già «ripartiti tra i comuni per contributi ai privati cittadini danneggiati: i comuni stanno completando le istruttorie della documentazione pervenuta dai cittadini e, successivamente potranno procedere alla erogazione dei contributi». Sul quando, ancora non ci sono date certe.
La percentuale di contributo è del 16 per cento ma potrebbero esserci nuove risorse dalla «fase di rendicontazione per effetto delle quote relative agli indennizzi assicurativi e della verifica di ammissibilità fatta dai comuni». Dalla Regione ricordano anche che è previsto lo stanziamento di un altro milione di euro, previsto da delibera ma che va reso disponibile nel bilancio regionale. Un altro milione e 300 mila euro è «già quasi integralmente liquidato ai comuni per spese di prima emergenza».
Bilancio 2016. Nel bilancio 2016 ci sono poi 600 mila euro messi a disposizione per i contributi per i beni mobili, come le auto danneggiate. «Sono già state fornite indicazioni ai Comuni per la ripartizione delle somme», ribadiscono dalla giunta Zaia. Le complicazioni burocratiche che frenano i risarcimenti sono in sostanza figli di «norme statali e regolamenti comunali vigenti e già adottati per queste tipologie di contributo pubblico. I limiti massimi percentuali, previsti anche dalla normativa regionale», spiega la Regione, «sono caratterizzanti della forma di aiuto che si configura come un contributo finalizzato a sostenere i cittadini nel grave disagio subito».
Proroga dell’emergenza. Il governo ora, si spera in Riviera del Brenta, è chiamato a prorogare l’emergenza in scadenza l’11 luglio. La Regione preme per una «proroga dello stato di emergenza per quanto riguarda la contabilità speciale in gestione ordinaria».
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