Tornado, richiesta di Polo «Il Governo sia elastico»
Dolo. Il primo cittadino chiede alla Regione di fare pressione su Roma «L’esecutivo riapra i termini per presentare le domande dei fondi statali»
DOLO. «La mia speranza è che la Regione affianchi gli enti locali e faccia pressione nei confronti del Governo perché riapra i termini per la presentazione delle domande da parte dei privati per ottenere i fondi statali». Questo il pensiero di Alberto Polo, sindaco di Dolo, che traccia un bilancio a due anni dal tornado che ha ferito i territori di Dolo, Mira e Pianiga.
«Il territorio si è dato da fare e si è rialzato da solo», precisa Polo, «ora è il momento di superare le polemiche pretestuose e di parte. Oggi è stato creato un protocollo che può dare risposte ai privati che subiscono danni dal maltempo in maniera fattiva».
Si parla poi di danni e contributi. A Dolo sono state presentate 208 schede di rilevazioni danni per immobili residenziali per un ammontare di 25 milioni di euro. Per i contributi regionali sono state presentate 100 domande di cui 91 accolte con danni strutturali segnalati da perizia asseverata pari a 5,5 milioni di euro. Sono 53, invece, le domande per i contributi statali presentate di cui 50 accolte con un danno accertato di 4.060 milioni di euro. Trentasette su cinquanta hanno avuto l’attivazione del contributo e in particolare 2 hanno già il nullaosta per l’erogazione e 13 sono in fase di rilascio del nullaosta.
«Il territorio ha questo credito di serietà» , sostiene il sindaco di Dolo, «da far valere nei confronti della Regione e dello stesso Governo. La Regione si è attivata mettendo va disposizione delle risorse immediatamente per la parte dei danni generali pubblici che abbiamo consumato subito, ma per i privati si è innescato un iter burocratico molto farraginoso che non li ha aiutati e anzi li ha portati ad abbandonare l’opportunità. Vedere poi che sono solo 53 le domande presentate per i contributi statali confermano il distacco e la poca fiducia».
Polo ricorda casi di cittadini che, per presentare la domanda alla Regione, hanno dovuto fare una perizia asseverata dal costo di migliaia di euro e il contributo ottenuto è stato inferiore alla spesa per la perizia. «Deve essere analizzata la situazione che si è creata e ribaltati i fattori», sostiene Polo, « non può essere il privato a doversi giustificare con perizie asseverate, ma gli enti superiori devono prendere atto delle schede danni presentati. Queste devono diventare il documento base per dimostrare i danni subiti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video