«Tornado, riaprire i termini per i rimborsi»

Il deputato Pd Mognato scrive al governo. Prataviera: vanno cambiate le procedure, sono un labirinto

MIRA. «Mi attiverò con il governo per poter ottenere una riapertura dei termini di presentazione delle domande di contributi per i danneggiati del tornado. Questo, prendendo in considerazione anche le precise istanze provenienti dalle amministrazioni locali».

Ad annunciarlo è il deputato del Pd Michele Mognato, dopo le polemiche scoppiate in seguito alla presentazione di appena il 20% di domande per l’ottenimento dei contributi per il tornado fra gli aventi diritto. Cioè 51 famiglie su 214 danneggiate a Dolo, 9 su 23 a Mira e 50 su 274 a Pianiga. Percentuali che hanno fatto infuriare il sindaco di Mira Alvise Maniero, che punta il dito contro l’eccessiva burocrazia, la mole di carte e di scadenze che i cittadini devono affrontare per poter fare la domanda di contributi statali.

Mognato spiega che si tratta di un’operazione complicata quella della riapertura dei termini di presentazione delle domande, scaduto lo scorso 29 settembre. «Sarà possibile ottenere la riapertura», spiega, «solo se un fenomeno simile a quello che si è verificato in Riviera è stato generalizzato per altri tipi di emergenze».

Intanto l’onorevole Emanuele Prataviera, con l’aiuto del tributarista di Noale Alberto de Franceschi, ha proposto al governo un documento in cui si chiede di cambiare le procedure per l’emissione dei contributi: «La gestione della fase successiva e eventi come il tornado», spiegano, «è spesso gravosa per cittadini e aziende, che devono fare i conti con vincoli e oneri amministrativi che generalmente non perdono di intensità pure a fronte di situazioni dovute alle emergenze. Vincoli e oneri risultano aggravati da una normativa instabile, in capo a più soggetti e a più livelli istituzionali, in cui gli atti si rincorrono e non sono pubblicizzati».

Prataviera si riferisce alla situazione attuale nei Comuni di Mira, Dolo e Pianiga: «Solo il 20% degli aventi diritto ai rimborsi hanno fatto domanda e la motivazione è proprio questa: norme poco chiare e la paura che i contributi che lo Stato concede per la ristrutturazione siano in realtà dei veri e propri mutui. Ma non solo», aggiunge Prataviera, «i cittadini e i professionisti che li assistono sono costretti a rifare tutte le pratiche per la terza volta dopo gli errori commessi nella modulistica dalla Regione, ma la confusione tra finanziamento agevolato e contributo ha indotto molti a rinunciare ad addentrarsi in questo labirinto burocratico. Hanno rinunciato anche per il fatto che secondo la delibera viene accreditato al beneficiario l’importo minore tra perizia e le spese effettivamente sostenute».(a.ab.)

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