Tornado, prorogata di sei mesi l'emergenza: ma sinora solo soldi privati a fronte di 71 milioni di danni

Il provvedimento del Consiglio dei ministri è comunque una boccata d'ossigeno per chi attende i rimborsi
Immagini della devastazione del tornado
Immagini della devastazione del tornado

DOLO. Per i comuni di Mira, Pianiga e Dolo colpiti dal terribile tornado dello scorso 8 luglio arriva una buona notizia: il Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato d'emergenza in Riviera del Brenta fino a giugno del 2016. Questo consentirà ai cittadini e alle aziende colpite dalla tragedia di sperare in ulteriori aiuti.

A fine anno si sono definite le cifre della devastazione che ha colpito i comuni di Mira Dolo, Pianiga: 71 milioni di euro di danni di cui 44,9 a Dolo, 19,2 a Pianiga e 6,5 a Mira. La maggior parte sono danni a case: 29 milioni a Dolo, 11,3 a Pianiga e 1 a Mira. Finora gli unici soldi che sono stati liquidati a chi ha perso tutto, sono quelli raccolti dagli enti locali con collette di solidarietà e quelli delle assicurazioni (per chi le aveva).

Intanto però il Consiglio dei ministri riunito giovedì a palazzo Chigi ha deliberato la proroga di stati d’emergenza deliberati in seguito agli eventi meteorologici. Tra questi c’era appunto la tromba d’aria che l'8 luglio 2015 ha colpito il territorio dei Comuni di Dolo, Pianiga e Mira e di Cortina d’Ampezzo (Belluno), ma anche le avversità atmosferiche del 4 agosto 2015 nei territori dei Comuni di San Vito di Cadore, Borca di Cadore, Vodo di Cadore e Auronzo (Belluno).

Per i sindaci dei comuni coinvolti  “si tratta di un provvedimento tecnico – scome piega Alberto Polo sindaco di Dolo- che dà però la possibilità alle amministrazioni comunali della Riviera di attingere nei prossimi sei mesi ai fondi previsti per le emergenze. E’ il segnale che il governo ha capito che i problemi provocati dalla devastazione del tornado non potevano essere risolti in soli sei mesi. Avremo tempo per attingere ai fondi per altri sei mesi. La mobilitazione di amministratori e politici locali è servita” .

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia