Torna in cella a 72 anni il mago dei travestimenti

La polizia incastra ancora una volta Fausto Lombardi, ex della mafia del Brenta. Da calciatore del Torino di Agroppi ad autore di sette rapine tra Padova e Riviera del Brenta
 PADOVA. È passato da Aldo Agroppi a Felice Maniero senza batter ciglio. Dalla panchina del mitico Torino alle celle della Questura senza grossi contraccolpi. E a 72 anni suonati Fausto Lombardi continua con la sua vita spericolata e non certo da mediano. Adesso l’autorità giudiziaria gli contesta altre sette rapine in banca. Sempre Monte dei Paschi di Siena. Sempre con il taglierino. Sempre con un travestimento.
 
Ognuno ha le sue fissazioni e con l’età non fanno che aumentare. Fausto Lombardi, oggi, non ha più segreti. Gli investigatori della Squadra mobile di Padova, nell’arco di un’intera carriera, hanno scoperto ogni sua peculiarità. Dalla parrucca da donna al basco, dal pungolo elettronico al taglierino. Passano gli anni, la criminalità si evolve ma Fausto Lombardi resta sempre Fausto Lombardi. A una certa età dicono che si dovrebbe mettere la testa a posto o almeno chiudere i conti con il passato. Della serie, quel che è stato è stato. Mettere un punto, andare avanti.
 
Invece no. La polizia indaga su una serie di rapine in banca. Tutti colpi molto simili. Il sospetto era venuto a chi da anni batte le strade del Veneto a caccia di delinquenti ma nessuno ci voleva credere. No. Non può essere ancora lui. L’anagrafe parla chiaro. Inoltre, chi può rischiare ancora la galera dopo aver ricevuto la mano santa dell’indulto alla veneranda età di 61 anni?
 
La risposta è arrivata con l’indagine sviluppata in procura dal pubblico ministero Sergio Dini. Con grande sorpresa e ormai anche con qualche sorriso si è scoperto che dietro a quelle rapine c’era ancora una volta Fausto Lombardi. Il ruolino di marcia è impressionante, alla faccia dei 70 anni. Curtarolo, 30 ottobre 2014, entra con il taglierino, costringe tutti a stendersi a terra, minaccia di morte il direttore della filiale e scappa con 7.300 euro. Salzano, 12 dicembre 2014, punta il taglierino al collo di un dipendente, minaccia di morte tutti gli altri colleghi e fugge con 2.600 euro. Campodoro, 19 dicembre 2014, ancora taglierino, ancora violenza contro un’impiegata e fuga con 3.300 euro. Villanova di Camposampiero, 5 gennaio 2015, taglierino alla gola della direttrice che poi viene trascinata fino all’uscita, bottino 6.600 euro. Fiesso d’Artico, 15 gennaio 2015, finge di avere una pistola in tasca e si fa consegnare 7.800 euro. Onara di Tombolo, 13 marzo 2015, spinge un’impiegata contro il bancone e fugge con 6 mila euro. Il colpo di Occhiobello del 10 dicembre 2014, invece, è solo tentato.
 
Su questa catena di rapine alle filiali del Monte dei Paschi di Siena si mettono a indagare tutte le Squadre mobili del Veneto. La prima ad arrivare al colpevole è quella di Padova. Perché chi indaga sui cosiddetti “reati contro il patrimonio” conosce bene i suoi “polli”. Fausto Lombardi è padovano doc, abitava a Ponte di Brenta fino a che la vita non l’ha portato altrove. In un saliscendi degno delle migliori montagne russe ha provato tutti i brividi che una esistenza può offrire.
 
Era una punta del Torino degli anni Sessanta. Ha giocato con Agroppi e ha conquistato i tifosi. Poi l’addio al mondo del calcio, l’avvicinamento alla Mafia del Brenta e la galera. Tentato omicidio, rapina, furto. Era il 1986 e Lombardi, invece di allenare una squadra, scelse un mitra. 13 agosto 1986, Liguria, banco di Chiavari. Erano in sei a tentare il colpo. Entrarono nella banca, rubarono 600 milioni di vecchie lire ma una volta fuori ad attenderli c’erano polizia e carabinieri. Nessuno si arrese, tantomeno Lombardi. Spararono tutti. Un disastro. Nel 1988 venne condannato a 12 anni di carcere. Ma non si scompose di una virgola e la sua vita continuò così.Mercoledì mattina un vecchio ispettore della Mobile l’ha rintracciato al Bingo di via Aspetti mentre giocava al videopoker. Gli si è seduto accanto. Lombardi non ha staccato lo sguardo dallo schermo: «Posso finire la partita prima?». 
 
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