Torcello, decalogo del “sì” i matrimoni con bonifico

Lavori in corso a Santa Fosca, chi vuole sposarsi può farlo a Santa Maria Assunta Ma solo con richiesta entro 30 giorni, versamento in conto e divieto di mance
11th-12th century, Venice, Italy --- View of Santa Fosca Church and Torcello Cathedral on the uninhabited island of Torcello. --- Image by © Paul Seheult/Eye Ubiquitous/Corbis
11th-12th century, Venice, Italy --- View of Santa Fosca Church and Torcello Cathedral on the uninhabited island of Torcello. --- Image by © Paul Seheult/Eye Ubiquitous/Corbis

TORCELLO. Senza bonifico alla Curia, il matrimonio sarà annullato. Niente mance e niente contanti al parroco. Solo versamenti in conto corrente alla Curia. Recita così la lettera inviata ai «promessi sposi» che volevano celebrare a Torcello, firmata dal delegato “in re administrativa”, monsignor Antonio Senno.

Stupore e qualche protesta tra le coppie che avevano da molti mesi in programma di sposarsi nell’isola. Ma i lavori alla basilica di Santa Fosca, in genere deputata alle cerimonie, si sono protratti oltre il previsto. In luglio e agosto impediscono l’ingresso. E anche le cerimonie hanno subìto delle variazioni. Monsignor Ettore Fornezza, responsabile religioso delle due Basiliche dell’isola, ha chiesto al patriarca Francesco Moraglia di poter celebrare i matrimoni nella attigua basilica di Santa Maria Assunta. Il patriarca ha concesso l’autorizzazione «in via eccezionale». E agli sposi è arrivata la lettera firmata da monsignor Senno.

«La Diocesi dovrà supportare un notevole disagio economico», scrive il monsignore. Ed elenca le «imprenscindbili condizioni» affinché il matrimonio s’abbia da fare. Una richiesta scritta con almeno 30 giorni di anticipo, la presenza dei turisti durante la cerimonia. E un bonifico intestato ala Chiesa. E precisa: «Sarà il delegato a riversare quanto di competenza a chi di dovere». Segue il «divieto» di versare altre offerte che non passino attraverso il conto corrente della Basilica. In questo caso ci sarà «l’immediato annullamento del permesso». Niente mance, dunque.

E il responsabile dei beni artistici della Curia, succeduto a don Antonio Meneguolo, ne spiega il perché. «Il senso di tale stringente condizione», scrive, «è per mettere ordine su un aspetto delicato della vita della Chiesa che, se da un lato necessita della liberalità dei fedeli, dal’altro vuole e deve essere trasparente al massimo». Niente contanti, dunque. E una tradizione che si spezza. E che ha provocato anche qualche malumore tra i sacerdoti. «Sì è vero, confermo, abbiamo ricevuto l’indicazione di monsignor Senno», si limita a commentare don Ettore Fornezza, «ma non intendo fare polemiche».

Nel frattempo l’indicazione della Curia veneziana è diventata operativa. Le coppie di sposi (una decina) che avevano in programma il loro matrimonio nella Basilica di Santa Fosca a Torcello potranno celebrare il matrimonio «in via eccezionale» nella forse ancor più prestigiosa attigua basilica di Santa Maria Assunta, il più antico e prezioso complesso religioso, cattedrale e campanile in stile veneto bizantino.

Ma se vorranno essere autorizzati o futuri coniugi dovranno pagare con Iban. Senza mance e senza contanti.

Alberto Vitucci

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