Torce accese a Versalis, scatta l’allarme

Un blocco al compressore alle 17.35 ha fatto attivare la procedura di sicurezza. Combustione di etilene e propilene
Di Marta Artico

Blocco a un compressore dell’impianto Versalis di Porto Marghera, fumo nero visibile sia dalla laguna che in terraferma e fino ai colli. L’episodio ieri pomeriggio, quando le torce hanno iniziato a infiammarsi e a destare preoccupazione tra la popolazione. L’allarme è scattato alle 17.35, durante l’ora di punta, mentre in tanti erano appena usciti dal lavoro e si trovavano per strada. Voltando la testa, la colonna nera che schizzava verso l’alto.

Il fumo era visibile da Venezia, ma anche da Zelarino piuttosto che dalla vicina provincia di Treviso. Subito sono scattate le telefonate allarmate alla centrale dei pompieri, per capire cosa stava accadendo al Petrolchimico e se c’era pericolo per la popolazione. Si è trattato, da una prima ricostruzione di quanto avvenuto, di un blocco che ha interessato la società industriale Versalis del Petrolchimico di Porto Marghera, l’impianto CR1-3.

Ad accendersi, dunque, le torce dell’impianto di cracking che, ricordiamo, rappresentano un sistema di sicurezza il quale evita che i gas vengano dispersi in atmosfera, ma siano invece bruciati. Diverse le telefonate preoccupate dei cittadini. Sul posto si è portato immediatamente il reparto dei vigili del fuoco specializzati in questo genere di attività di prevenzione, ma anche alcuni tecnici dell’Arpav. A causare il blocco, sono state le oscillazioni delle condizioni operative del compressore ciclo frigo propilene P216 e del compressore ciclo frigo propilene (P207).

I gas inviati a combustione sono stati etilene e propilene. Nella a serata di ieri, sono state effettuate verifiche da parte dei tecnici. Secondo le forze dell’ordine, la situazione è sempre stata sotto controllo, ma come avviene in questi casi, la preoccupazione è normale se il cielo sopra il Petrolchimico si tinge di fumo nero e non si conosce con precisione la causa. In tanti hanno accostato l’auto e hanno scattato immagini della colonna nera e delle fiamme che salivano verso il cielo.

«Non c’è alcun pericolo», afferma il direttore dell’Arpav Venezia, Loris Tomiato. Che spiega: «La sezione dell’impianto è stata depressurizzata, dal punto di vista della popolazione non ci sono problemi, il sistema è fatto per essere messo in queste condizioni». Prosegue: «Quello che è da capire adesso, è perché è andato in blocco e perché c’è stata una perdita di etilene. Non ci sono pericoli, anche perché per fortuna il pennacchio di fumo andava molto in alto, e più si alza verso l’alto, meno ricade in prossimità». In ogni caso i tecnici dell’Arpav si sono recati sul posto, per controllare la situazione. Il sistema avrebbe “captato” la presenza di etilene e disposto l’invio in torcia delle sostanze. Alle 22 di ieri sera le torce erano ancora in funzione, mentre erano in corso le procedure di ripristino delle condizioni operative dell’impianto.

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