Topi, nutrie e serpenti in cortile per un terreno privato incolto

Le dodici famiglie con bambini residenti in via Lombardi spiegano che il proprietario  da anni non provvede a pulire l’area attigua alle loro case

CHIOGGIA. Topi, nutrie e addirittura serpenti nei cortili di casa. La denuncia arriva dai residenti di via Lombardi, una parallela di via Maestri del Lavoro, di fronte all’ecocentro di Val da Rio, non in aperta campagna ma a due passi dal centro di Chioggia. «Nonostante ci sia un’ordinanza firmata dal sindaco (la numero 97 del 20 settembre 2017), adiacente alle nostre case», spiegano i residenti, «dove abitano una dozzina di famiglie, in molti casi con dei bambini, esiste un terreno privato che da moltissimo tempo risulta incolto, se non addirittura abbandonato, dove proliferano rovi e cespugli altissimi e dove, logicamente, hanno trovato un loro habitat naturale parecchi animali. Non di rado ci troviamo nei cortili di casa topi enormi che possono causare dei gravi problemi dal punto di vista igienico. A volte ci siamo trovati addirittura di fronte a serpenti, probabilmente delle bisce campagnole, per non parlare delle nutrie. Sono state fatte anche delle derattizzazioni, ma se non si provvede alla pulizia del terreno non servono praticamente a niente perché i sacchettini di veleno non riescono a raggiungere il terreno a causa della fitta vegetazione. Situazione che diventa ancora più insostenibile durante i mesi estivi, quando le piante crescono a dismisura».

I residenti di via Lombardi sono esasperati da una situazione che, tra l’altro, si potrebbe risolvere abbastanza facilmente e senza costi da parte del Comune che dovrebbe solamente intimare ai proprietari del terreno, trascritto al mappale numero 80 foglio 36, a ripulire l’area come, tra l’altro, prevede la legge. «Abbiamo protocollato più volte», dicono ancora, «la richiesta d’intervento, sia all’ufficio ecologia che alla polizia locale, ma per ora la situazione non è cambiata. Abbiamo pure chiesto un incontro con il vicesindaco Veronese, che è anche assessore all’ambiente e all’ecologia, senza però ottenere risposta. La situazione non è più sopportabile e diventa pericolosissima anche in caso di incendio. Se continueremo a non avere risposte dal Comune non ci resterà che rivolgerci alla Procura della Repubblica». —

Daniele Zennaro

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