Tombolan-Fava verso il recupero

San Donà. L’ex caserma ospiterà le associazioni, una quindicina le proposte
SAN DONÀ. La caserma Tombolan-Fava compie 50 anni, ma dopo la chiusura attende ancora un futuro radioso. Inserita nel sistema difensivo Nato e sede del Comando del 1° Gruppo del 5° Reggimento Artiglieria Missili, forte di 4 batterie di missili Hawk, è stata inaugurata il 28 settembre del 1967, intitolata a Ottorino Tombolan-Fava, eroico comandante di una batteria di artiglieria che, nella Grande Guerra, col suo sacrificio e quello dei suoi uomini, ritardò l’avanzata dell’esercito austro-ungarico lungo il fronte del Piave, il 15 giugno 1918.


Il recupero degli 8 ettari della struttura è ormai vicino. «È stato stabilito, in accordo con il Demanio, di procedere a un bando, in fase di sviluppo insieme ai tecnici del Demanio stesso, per giungere a un monitoraggio complessivo della struttura e a proposte per il suo recupero», annuncia il sindaco Andrea Cereser, «il bando dovrà essere necessariamente partecipato con tutti i portatori di interesse, innanzitutto coloro che hanno espresso una volontà di utilizzo di parte dei suoi spazi».


Sono almeno una quindicina le manifestazioni di interesse verso la struttura. Si va dai gruppi musicali che intendono realizzare sale musica a una società sportiva di pattinaggio interessata ai 140 metri di pista dell’hangar, quindi una compagnia teatrale. La struttura potrebbe ospitare, inoltre, un ostello proposto da un’importante azienda del settore. E ancora, interesse da parte di cooperative per realizzare un centro diurno occupazionale per disabili o abitazioni destinate all’“housing sociale”, ma anche una fattoria sociale.


«C’è già un modello, sul territorio, di quello che vorremmo diventi la Tombolan-Fava, ed è Forte Marghera, alle porte di Mestre», aggiunge Cereser, «intanto l’acquisizione da parte del Comune, nel 2016, ha finalmente posto la parola fine al periodo più triste della storia della caserma, quello del suo lungo e colpevole abbandono».


La caserma si estende per 80 mila metri quadrati di cui 12 mila coperti. Dopo alcuni cambi nei reparti ospitati, il 31 ottobre 2001, è stata dismessa. È stata vittima di furti e vandalismi che in breve tempo, combinati all’inselvatichimento della vegetazione, l’hanno danneggiata.


«Per due volte la struttura è stata visitata dal prefetto per valutare se realizzarvi un hub di accoglienza per i profughi», ricorda il sindaco, «l’amministrazione di San Donà, favorevole alla solidarietà e all’accoglienza diffusa, ma non alle concentrazioni in immani ghetti, acquisendo l’ex caserma ha innanzitutto scongiurato questa ipotesi. E già questo è senz’altro un buon risultato. Gli edifici, poi, sono solidi, senza infiltrazioni né cedimenti importanti. Ed è anche un buon auspicio».
(g.ca.)


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia