Tolte le panchine, ora i senzatetto dormono per terra
San Donà. Continua l’emergenza casa anche per i residenti Appello di un 50enne che vive da oltre cinque mesi in auto
DE POLO - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - IL SENZATETTO CHE VIVE VICINO ALL'OSPEDALE DOVE SONO STATE TOLTE LE PANCHINE
SAN DONÀ. Via le panchine, ma i senzatetto restano davanti all’ospedale di via Nazario Sauro. E non solo in questa zona della città. Un’emergenza che si è aggravata dall’inizio dell’estate.
Tanti indigenti, spesso stranieri, ma anche italiani, stanno girando senza meta in città, chi a chiedere l’elemosina chi a importunare la gente a causa della propria disperazione e solitudine. Un cittadino stranieri è stato più volte controllato dalla polizia locale, dopo che è anche entrato in chiesa durante una messa a gridare. La situazione è complessivamente sotto controllo, ma potrebbe peggiorare anche perché tante famiglie non hanno i soldi per mutui e affitti, gli sfratti sono sestuplicati in pochi anni.
Intanto, infuria la polemica dopo che il vicesindaco, Luigi Trevisiol, ha deciso di eliminare le quattro panchine di via Nazario Sauro in cui trovavano giaciglio un paio di senzatetto ogni notte. «Per me era una questione di sicurezza e ordine pubblico», ha detto, «adesso diventa un problema sociale che va risolto al di là delle polemiche e strumentalizzazioni». Ad attaccarlo, la Lega Nord, con il vice governatore del Veneto, Gianluca Forcolin, che ha parlato di brutta imitazione del sindaco Gentilini a Treviso, poi Fratelli d’Italia, molto critica, e Sinistra Italiana che ha attaccato l’amministrazione per non aver risolto il problema. Anna Maria Babbo di Scegli Civica ha evidenziato il tentativo di sorpasso a destra della Lega da parte di Trevisiol e della giunta di centrosinistra. Poi ci sono situazioni al limite, come quella di Daniele Rossi, 50enne veneziano, che dorme da oltre cinque mesi in auto, vicino al pronto soccorso: «Chiedo aiuto, non ce la faccio più. Adesso per il caldo, d’inverno per il gelo, non so dove andare». Spesso le soluzioni sono difficili da trovare e anche quelle suggerite dal Comune e i servizi sociali non combaciano con le esigenze di chi vorrebbe un’abitazione tutta per sé e non può realizzare questo sogno. Le abitazioni comunali o dell’Ater non sono in quantità sufficiente per il momento e la burocrazia complica le cose per le assegnazioni. Il sindaco, Andrea Cereser, sta riflettendo sul problema ormai da tempo. «L’emergenza dei senzatetto», spiega, «riguarda purtroppo ogni città sopra un certo numero di abitanti. Noi non possiamo passare davanti a famiglie che hanno diritto di avere una casa perché partecipano a determinate graduatorie e selezioni previste per legge. Una soluzione dovrà essere trovata, anche se di certo non possiamo scavalcare chi ha maturato dei diritti per legge».
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