Tnt, camion bloccati per otto ore
MARCON. La protesta è nazionale ma si teme per il futuro anche della sede di Marcon, aperta neanche sette mesi fa dopo una vita a Mestre. Ieri i 26 dipendenti dell’azienda olandese di trasporto espresso Tnt hanno aderito alla protesta fuori dai cancelli della fabbrica di via delle Industrie, con un presidio dalle 5.30 a mezzogiorno e dalle 19 alle 21 impedendo ai camion di entrare. Alla base ci sono gli 854 esuberi annunciati il 17 giugno, sui circa 2.980 dipendenti italiani che lavorano sulle 103 filiali sparse in tutto il territorio. Di questi, solo uno interessa Marcon, ma la Cgil è preoccupata proprio per il futuro dell’azienda nella nostra penisola. Chiede che siano ritirati i licenziamenti e ci sia un piano industriale credibile. «Non sappiamo come andrà a finire», fa sapere Federica Vedova della Filt Cgil, «perché temiamo che il prossimo anno delle cose possano cambiare. C’è molta concorrenza nel settore, i gruppi sono molto forti e ben strutturati. Lo scorso anno Tnt doveva essere acquisita da Ups, poi l’Authority europea sul monopolio bloccò l’operazione e questo ha cambiato le carte in tavola. A livello regionale, saranno chiuse Belluno e Rovigo e questo non ci lascia tranquilli». A preoccupare la Cgil, poi, ci sono anche i numeri dei licenziamenti in Piemonte, dove tra direzione generale e filiali in 260 rischiano di restare a casa. «A Torino c’è la sede centrale italiana», analizza Giovanni Morbio della Rsa Cgil di Tnt, «e non abbiamo idea di cosa possa riservarci il futuro. Temiamo per tutti i siti italiani. L’azienda non ha un piano industriale e di ristrutturazione, molte strategie non ci sono state presentate. Per questo si deve ripensare un po’ a tutto». Intanto lunedì è in programma un incontro con la Federazione italiana trasportatori (Fedit) e Tnt Italia e sarà l’occasione per far ripartire la trattativa.
Alessandro Ragazzo
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