Tintoretto festeggia i 500 anni a Venezia

Due le esposizioni dedicate all'artista: al Ducale e alle Gallerie dell'Accademia. Poi passaggio del testimone a Washington
Un particolare di "Susanna e i vecchioni" che arriverà dal Museo di Vienna
Un particolare di "Susanna e i vecchioni" che arriverà dal Museo di Vienna

VENEZIA. Jacopo Tintoretto "ritorna" a Venezia. In realtà non se n'era mai andato, perché le chiese cittadine - come la Madonna dell'Orto, dove il grande artista rinascimentale riposa nella cappella absidale - o sedi monumentali come la Scuola Grande di San Rocco, lo stesso Palazzo Ducale, le Gallerie dell'Accademia ospitano molti dei suoi capolavori. Ma era addirittura dal 1937 - oltre ottant'anni fa - che la sua città natale non gli dedicava una grande mostra.

Una lacuna che sarà colmata il prossimo anno con una doppia grande esposizione in occasione del cinquecentenario della nascita dell'unico artista intimamente veneziano dei quattro grandi del Rinascimento veneto, perché sia Giorgione, sia Tiziano, sia Veronese venivano comunque della terraferma. Si apriranno il 7 settembre 2018 (sino al 6 gennaio 2019) a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell'Accademia, per poi spostarsi - fuse in un'unica mostra - alla National Gallery di Washington, che organizza la celebrazione espositiva insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia e, appunto, alle Gallerie dell'Accademia.

"Il miracolo dello schiavo", al centro della mostra all'Accademia
"Il miracolo dello schiavo", al centro della mostra all'Accademia

E sarà la prima volta di una grande mostra su Tintoretto organizzata oltreoceano, anche se la National possiede già opere importanti di Tintoretto, che arriveranno in questa occasione anche a Venezia, come "La conversione di San Paolo".Ieri nella sede municipale di Ca' Farsetti gli organizzatori hanno fatto il punto della preparazione in un incontro a cui erano presenti con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il presidente e il direttore della Fondazione Musei Civici di venezia Mariacristina Gribaudi e Gabriella Belli, il direttore delle Gallerie dell'Accademia Paola Marini, la soprintendente veneziana Emanuela Carpani, il Guardian Grando della Scuola Grande di San Rocco Franco Posocco e, da parte statunitense, il responsabile delle mostre della National Gallery Dodge Thompson, uno dei curatori dell'esposizione (l'altro è Robert Echols) e curatore della sezione di pittura del museo americano Frederick Ilchman e Melissa Cohn, del Comitato privato di salvaguardia statunitense Save Venice, che contribuirà al restauro per l'occasione di una quindicina di dipinti di Tintoretto e anche alla risistemazione del suo monumento funebre nella chiesa della Madonna dell'Orto.

Il riferimento non può non essere la grande mostra su Tintoretto che fu curata dal Museo del Prado di Madrid dieci anni fa e di cui lo stesso Ilchman fu uno dei curatori, ma - come ha spiegato lo stesso curatore con Gabriella Belli - almeno la metà delle circa 70 opere esposte a Palazzo Ducale saranno differenti. Al Ducale sono in permanenza le quattro allegorie mitologiche che Tintoretto dipinse per l'Atrio Quadrato di Palazzo Ducale nel 1578, poi spostate nel 1716 nella stanza successiva, la Sala dell'Anticollegio. Dipinti ora restaurati e restituiti alla loro vivezza cromatica e che saranno parte della mostra "Jacopo Tintoretto, pittore veneziano (1519-1594)" che qui sarò ospitata dal 7 settembre. Mostrando solo dipinti - con un nucleo importante di disegni - "autografi" di Tintoretto, senza interventi della bottega o opere di scuola.

Alle Gallerie dell'Accademia invece - come ha illustrato Paola Marini - sarà di scena il "Tintoretto giovane", in particolare prendendo in considerazione il decennio che va dal 1538 al 1548 e pone al centro della mostra una delle opere chiave del periodo giovanile dell'artista, che è già ospitata al museo veneziano come "Il miracolo dello schiavo", dagli straordinari colori e dai contrasti chiaroscurali. Ma non mancheranno anche i confronti, ad esempio con Tiziano, con un soffitto dipinto che arriverà da Washington.

La "Conversione di San Paolo" custodita a Washington
La "Conversione di San Paolo" custodita a Washington

A focalizzare invece il periodo tardo dell'artista e la straordinaria evoluzione cromatica e luministica dei suoi teleri penserà la sua "Cappella Sistina", la Scuola Grande di San Rocco, che è parte dell'iniziativa e contribuirà ad allargare la mostra all'intera città, riscoprendo i capolavori di Tintoretto sparsi nelle chiese, come la monumentale "Presentazione al tempio" che è proprio alla Madonna dell'Orto.

Sarà con l'occasione realizzata anche una nuova guida su Tintoretto a Venezia per riscoprirlo nel museo diffuso della città. Prevista inoltre la realizzazione di un film su Tintoretto - introdotto da un grande attore hollywoodiano - che sarà prodotto dalla National Gallery per la televisione pubblica americana, ma sarà visibile anche a Venezia, al Ducale e alle Gallerie dell'Accademia. Sarà inoltre ricomposto in digitale e nuovamente visibile nella sua interezza il ciclo tintorettiano composto per la Scuola Grande di San Marco, ma poi scomposto e finito in parte alle Gallerie dell'Accademia e in parte alla Pinacoteca di Brera a Milano.

L'ambizione è di realizzare la più importante mostra degli ultimi decenni realizzata su Tintoretto e merito va dato in questo caso in particolare a Gabriella Belli che - come lei stessa ha spiegato - già dal 2014 pensò all'ideazione di questa mostra, che non sarebbe comunque stata possibile senza il contributo e la collaborazione della National Gallery. Non resta che aspettare l'elenco delle opere che vedremo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:artemostre

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia