Tifoso con il cranio sfondato, per la maxi-rissa fermato ultrà del Venezia
MESTRE. Nella notte tra domenica e oggi è stato posto in stato di fermo un 28enne, Matteo Zangrando, residente a Mogliano, già colpito in passato da Daspo, il divieto di entrare negli stadi. Per lui l'accusa è di tentato omicidio. Sarebbe l'autore dell'aggressione ai due fratelli di Eraclea, uno dei quali è finito in ospedale con il cranio fracassato.
Il fatto è accaduto al termine di uno scontro durissimo tra diverse fazioni della tifoseria veneziana, un episodio sul quale stanno indagando i carabinieri di Venezia, accaduto ieri poco prima di mezzogiorno, tra piazzale Roma e i giardini Papadopoli. È qui che si incontrano i due gruppi, tifosi della stessa squadra ma su fronti politici diametralmente opposti, in totale tra le 15 e le 20 persone, di sicuro sono10 quelle di cui i carabinieri hanno raccolto la testimonianza. I due gruppi stanno andando allo stadio Penzo di Sant’Elena per assistere alla partita (Venezia-Mantova) e l’incontro sembra casuale. Ci sono i ragazzi del Gate 22, di sinistra, una decina o poco più, in maggioranza. E ci sono alcuni giovani dei Vecchi Ultrà 1998, tutti di destra, gruppo sciolto ad agosto i cui membri sono in parte confluiti nella Curva Sud. Loro sono tre o quattro, al massimo cinque. I ragazzi si conoscono, scoppia la rissa verbale, le solite offese che si lanciano i gruppi politici opposti. Dalle parole si passa alle mani, poi spunta un martello, o forse una spranga, e due ragazzi dei Vecchi Ultrà, due giovani fratelli di Eraclea, vengono colpiti più volte: Andrea M., 23 anni, alla testa, che cade a terra e Marco M. 20 anni, ferito alla spalla. Quando, poco dopo la rissa, arrivano le forze dell’ordine - polizia carabinieri e vigili urbani - l’arma è sparita, forse gettata in canale, e probabilmente alcuni dei partecipanti alla rissa si sono già dileguati anche se i carabinieri ritengono che l’aggressore sia tra le persone ascoltate nel pomeriggio. Oggi i militari metteranno a confronto le varie testimonianze raccolte per cercare di capire se combaciano, mentre ancora stanno cercando se vi siano altri testimoni, o se le telecamere delle zona possano aver registrato la rissa o gli istanti immediatamente successivi. Dopo la rissa i due fratelli feriti sono stati trasportati all’ospedale Civile di Venezia, e subito dopo all’Angelo di Mestre. Il 23enne colpito alla testa ha subìto la frattura multipla del cranio, e un’emorragia intracranica: nel pomeriggio è stato sottoposto a una lunga operazione, e poi ricoverato nel reparto di Rianimazione, come previsto dal protocollo per interventi del genere.
Le sue condizioni restano molto gravi, ma per i sanitari non sarebbe in pericolo di vita. Il fratello invece, ferito a una spalla, ha una prognosi di dieci giorni. La rissa scoppiata a piazzale Roma ha rischiato di avere un seguito al di fuori dello stadio Penzo, dove alcuni membri della Curva Sud si aspettavano di fronteggiare i «rivali» per dare loro come spiega un tifoso «una bella lezione». Durante la partita sono partiti anche alcuni cori - «Infami-infami» chiaramente scanditi e indirizzati dalla Curva a quelli del Gate 22 i quali però, per la maggior parte, ieri hanno disertato l’appuntamento con lo stadio. L’aggressione ha fatto salire la tensione tra le diverse anime degli ultrà, a danno di tutti i tifosi, che ieri avrebbero voluto godersi la vittoria sul Mantova arrivata con un gol di Franchini su rigore nel tempo di recupero.
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