Tiffany e Saint Laurent, è gara tra griffe

Corsa per una vetrina in laguna nonostante gli affitti alle stelle (fino a 100 mila euro al mese). E Chanel raddoppia

VENEZIA. Tiffany in calle Vallaresso, Saint Laurent pochi metri più in là, Chanel Home in via XXII marzo e Dolce & Gabbana in attesa di lasciare le Mercerie e aprire una boutique-palazzo per i suoi abiti-gioiello prima o dopo il ponte di San Moisè. Il lusso non conosce crisi, almeno non in laguna, dove stanno sbarcare nuovi marchi egualmente impegnati nella fastosa gara ad esserci, costi quel che costi.

Nel perimetro d’oro Ascensione, Harry’s bar, via XXI Marzo in effetti costa parecchio, con affitti che possono raggiungere i 100 mila euro al mese compensati, tuttavia, dal ritorno d’immagine. Così aprono tutti, aprono bene e aprono tanto.

La gioielleria Tiffany & Co, entrata e rimasta saldamente nei desideri di tutte le donne dai 12 ai 90 anni grazie all’incantamento di Audrey Hepburn davanti alle sue vetrine di New York, inaugurerà il suo nuovo spazio a fine marzo, dopo sei mesi di restauro, in una combinazione di motivi d’archivio e arredi lussuosi, secondo l’atmosfera del marchio fondato nel 1837. Duecentoquaranta metri quadrati di superficie, una decina di dipendenti e le scatoline color acquamarina più bramate del mondo.

Tiffany non sarà solo. All’inizio di calle Vallaresso, dove c’era Magli, aprirà Saint Laurent, marchio fondato dallo stilista Yves Saint Laurent insieme a Pierre Bergé nel 1962, adorato da Catherine Deneuve e Julianne More e ora sopravvissuto sotto l'egida di Gucci.

Ancora moda francese, dunque, nel piccolo cuore dell’Ascensione dove ha le sue vetrine Chanel abbigliamento, che sta dirimpetto a Dior, che ha come vicino Hermés che a sua volta dialoga a distanza ravvicinata con il palazzo a tre piani di Louis Vuitton. Moda francese che quando può raddoppia, come Chanel, che aprirà a breve una seconda boutique tutta dedicata alla casa, costi quel che costi.

Una vetrina, un’insegna, un maniglia a Venezia valgono forse più della pubblicità sui giornali e nessuna griffe sembra disposta ad arretrare per lasciar spazio agli altri. Come Prada, che due mesi fa ha ampliato la sua superficie in campo San Moisè inglobando una porzione di edificio che era rimasta in sospeso tra la boutique donna e quella dell’abbigliamento uomo.

Ecco perchè anche Armani, dopo la chiusura della boutique davanti all’hotel Bonvecchiati, sembra intenzionato a riaprire al più presto. Così come Dolce & Gabbana che da tempo vorrebbe spostarsi dalle Mercerie in un nuovo spazio che potrebbe essere in via XXII marzo, in un palazzetto a due piani, dove potrà allineare gli abiti di pizzo, i cappotti tempestati di pietre e i bijoux che sembrano usciti da un forziere delle fiabe. Un palazzetto per poter organizzare anche qualche sfilata con le nuove collezioni che hanno come testimonial Monica Bellucci e Bianca Balti.

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