Thetis, 8 milioni di crediti dal Consorzio
La società di tecnologia ambientale perde 3,5 milioni, ma sarebbe in attivo se la capogruppo onorasse i propri debiti

Giuseppe Fiengo per POST IT
Se il Consorzio Venezia Nuova pagasse a Thetis - la società di tecnologia ambientale con sede all'Arsenale di cui possiede la maggioranza - i crediti - in vertiginoso aumento - che essa vanta nei confronti della capogruppo, la società sarebbe abbondantemente in attivo. Invece ha chiuso il bilancio consuntivo 2016 - reso noto nei dettagli in questi giorni - con una perdita di circa 3 milioni e 350 mila euro, “mangiandosi” quasi 2 milioni di utili accumulati negli esercizi precedenti.
I crediti vantati da Thetis nei confronti del Consorzio Venezia Nuova - che non paga - continuano esponenzialmente a salire. Erano circa 4 milioni e 700 mila euro a fine 2015, sono diventati quasi 8 milioni di euro alla fine dello scorso anno. «L’incremento rispetto all’esercizio precedente - si legge nel bilancio di Thetis a proposito dei crediti vantati dal Consorzio - è principalmente riferibile alla conclusione della “commessa Arsenale” che ha determinato da una parte la riduzione dei lavori in corso su ordinazione e, dall’altra, un aumento del credito verso il committente». Ma per vedere i suoi soldi dal Consorzio e rimettersi così in equilibrio, Thetis deve sperare che il Ministero delle Infrastrutture lo finanzi.
«Si precisa che il principale cliente di Thetis è il Consorzio Venezia Nuova» si legge ancora in bilancio «il quale ha come principale committente il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Pertanto l’incasso dei crediti di Thetis nei confronti del Consorzio Venezia Nuova è sostanzialmente correlato all’incasso da parte di quest’ultimo dei crediti vantati nei confronti del Ministero». Tutto ciò appare singolare perché, proprio in sede di approvazione del bilancio consuntivo di Thetis, il commissario del Consorzio Giuseppe Fiengo ha chiesto un nuovo piano industriale alla società guidata dall’Amministratore Unico Werther Montanari e un consistente taglio dei costi, per salvare i circa 120 dipendenti che ancora vi lavorano. Sui crediti, però, nessuna garanzia di riscossione e senza liquidità di cassa non si capisce come Thetis possa concorrere per nuove commesse e aumentare le proprie entrate. Almeno per ora
no comment
sulla questione da parte dello stesso Fiengo e di Montanari.
Si è chiusa infine senza dazio per l'ingegner Giovanni Mazzacurati - storico presidente del Consorzio Venezia Nuova, indagato nell'inchiesta Mose - e titolare con la Giovanni Mazzacurati Sas e titolare di circa il 2% delle quote di Thetis, il mancato pagamento di una parte delle sue quote di Thetis nonostante una diffida a suo carico. Ma visto che Mazzacurati non ha pagato, Thetis ha ridotto il capitale sociale di circa 375 mila euro. Una grossa fetta per Thetis, più di 5,5 milioni, sono anche crediti dovuti dalla società Roma Tpl Scarl, secondo gestore del trasporto pubblico locale di Roma. Roma Tpl gestisce tratte per circa il 20% del servizio di trasporto su bus svolto a Roma. Il Comune guidato da Virginia Raggi, però, non ha mai pagato i lavori svolti da Thetis a Roma. Ora la società si è mossa con un decreto ingiuntivo nel confronti di Tpl Scarl.
Il futuro di Thetis è comunque legato a quello del Consorzio Venezia Nuova. La produzione è scesa infatti nell’ultimo anno di circa 4 milioni, di cui due terzi costituiti proprio da commesse prima svolte per il Consorzio. Anche perché - come riferiamo a parte - numerose consulenze vengono date all’esterno. Ma sarebbero in corso azioni che mirano a coinvolgere Thetis nelle attività di avviamento del Mose e riguardano la gestione della laguna, la gestione della sala operativa del Mose e delle opere alle bocche di porto.
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