Test del Dna per incastrare Momo Gueye: verranno risentiti gli amici della ragazza

L’avvocato del senegalese presenterà istanza al tribunale del Riesame anche con l’obiettivo di vedere le carte della Procura

JESOLO. Secondo gli inquirenti il quadro indiziario a carico di Mohamed Gueye, il 25enne senegalese accusato di aver stuprato una 15enne giuliana in spiaggia a Jesolo il 23 agosto, è solido. E la prima conferma è arrivata lunedì: come da richiesta del pm Massimo Michelozzi, la gip Roberta Marchiori ha convalidato il fermo, tramutandolo in arresto, confermando la custodia cautelare in carcere sulla base del pericolo di fuga e della pericolosità sociale dell’indagato. Ma le indagini non si fermano certo a questo punto. Le prossime saranno settimane fondamentali, segnate da accertamenti e interrogatori con l’obiettivo di rendere ancora più solido il quadro accusatorio. Per quanto riguarda i primi, la Procura sarebbe intenzionata a disporre il test del Dna su Gueye per inchiodarlo definitivamente. Un accertamento scientifico fondamentale anche per ricostruire la tipologia della violenza che sarebbe stata commessa sulla ragazzina. La modalità sarà quella dell’incidente probatorio, consentendo così anche alle parti - l’indagato è difeso dall’avvocato Jacopo Stefani, mentre la parte offesa al momento non ha ancora nominato il proprio legale di fiducia - di designare i consulenti per l’effettuazione dell’accertamento in contraddittorio.



C’è poi il capitolo degli interrogatori. Gli uomini della Squadra Mobile dovranno risentire anzitutto coloro che hanno visto la ragazzina prima e dopo l’episodio. Non ci sono infatti testimoni diretti della presunta violenza avvenuta in spiaggia, dopo che Gueye e la 15enne si erano conosciuti in un locale in centro a Jesolo. Elementi utili alle indagini, oltre a quelli che hanno già fornito nell’immediatezza, consentendo agli investigatori di incastrare il presunto responsabile in tempo record, potranno venire dagli amici che erano con la 15enne quella sera, due ragazzi diciottenni e una ragazza minorenne. I giovani avevano riferito di aver visto verso le 3 l’amica allontanarsi assieme al senegalese, riuscendo poi a riconoscere il ragazzo che sognava di fare il calciatore in un book con oltre mezzo migliaio di foto di senegalesi predisposto dalla polizia. Versione, questa, avvallata anche dalle immagini delle telecamere puntate in quell’area centrale di Jesolo.

Ulteriori elementi utili alle indagini potranno arrivare anche dal guardiaspiaggia che ha trovato la 15enne giuliana sotto choc dopo la presunta violenza sull’arenile. L’intenzione della Procura è di effettuare indagini a tappeto in ogni direzione, così da raccogliere quanti più elementi utili a rafforzare ancor di più il già pesante quadro accusatorio a carico del senegalese.

L’indagato ha confermato lunedì nel corso dell’interrogatorio di convalida che il rapporto con la 15enne c’è stato, ma che lei era consenziente. Secondo questa versione, non si sarebbe nemmeno consumato il reato che scatta solo sotto i 14 anni. Intanto l’avvocato di Gueye nei prossimi giorni presenterà istanza al tribunale del Riesame anche con l’obiettivo di vedere le carte che metterà a disposizione la Procura. —


 

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