Tessera, moto ondoso fuori controllo. La denuncia di un operatore
«Per la mia incolumità fisica devo rimanere anonimo». Situazione a rischio e il nuovo Piano del Traffico non arriva
VENEZIA. Il Far West dilaga. E l’assenza di regole e di controlli nel settore acqueo produce guai. Danneggiando alla fine anche gli stessi operatori del settore. Una denuncia circostanziata è arrivata nei giorni scorsi al nostro giornale. Un film ripreso dall’alto del traffico acqueo in canale di Tessera. Accompagnato da frasi preoccupanti: «Questo è il traffico acqueo in laguna in un giorno qualunque. Per la mia incolumità fisica devo rimanere anonimo. Non voglio assistere passivamente a quanto accade a Venezia. Ma oltre a tutti i problemi già noti è diventato rischioso esporsi in prima persona. E non si tratta di fatti di sangue, ma della quotidianità».
Un segno di come la tensione intorno al business del trasporto turistico sia molto alta. Un giro d’affari consistente, che prevede tempi rapidi e a volte anche il superamento delle regole. Situazione che in Comune è ben nota, viste le numerose segnalazioni pervenute anche alla Polizia locale e agli uffici di Ca’ Farsetti. Riunione operativa l’altro giorno sul che fare. Dopo anni di discussioni inutili e di norme fatte apposta per essere aggirate, si è arrivati al punto di non ritorno. L’esplosione del turismo, e del traffico acqueo ad esso collegato, pone di fronte a scelte non più rinviabili.
Telecamere e Gps, controlli e «dissuasori» come si fa in terraferma, propongono gli esperti. Nell’amministrazione si fronteggiano linee diverse. C’è chi vorrebbe il pugno di ferro, chi stenta a prendere provvedimenti che possano mettere in difficoltà le categorie economiche.
Ma la situazione è al limite. In questi giorni appena mitigata dalla fine degli eventi mondani (Mostra del Cinema, stagione estiva, regate, Campiello). Ma il turismo a Venezia non conosce più bassa stagione.
Numerosi i nodi da affrontare, per cui si aspetta il nuovo Piano del Traffico, promesso da anni e mai approvato. I poteri per il controllo in tutta la laguna, adesso frammentata fra competenze diverse (Provveditorato, Autorità portuale, Enac, Comune, Città metropolitana, Capitaneria). E poi una revisione dei percorsi e dei limiti di velocità. Dei «rii blu» e dei sensi unici in molti casi anacronistici e inutili. E poi i transiti in Canal Grande. Oggi l’unico limite è quello introdotto dal commissario Vittorio Zappalorto , oggi prefetto della città, all’indomani del tragico incidente in Canal Grande che costò la vita al turista tedesco Joachim Vogel.
Divieto di transito sotto il ponte di Rialto alle barche del noleggio (fino alle 15) e ai diportisti (fino a mezzogiorno). Il resto va avanti come prima. Carovane a distanza ravvicinata nonostante ordinanze in vigore sulla distanza minima, noleggi e barche di vetrerie e alberghi. E il nuovo Piano non arriva.
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