Tessera, la piaga dei mendicanti «Ora basta, racket da stroncare»

Sulla Triestina la scena si ripete ogni anno ai semafori: le zone vicine sono ricettacolo di spazzatura Il presidente Ordigoni: «Mi rivolgerò ancora una volta al prefetto, niente elemosina per scoraggiarli»
Di Marta Artico
Mendicanti che chiedono l'elemosina ai conducenti delle macchine ferme al sesemafo in via Triestina, bivio Aereoporto/Jesolo
Mendicanti che chiedono l'elemosina ai conducenti delle macchine ferme al sesemafo in via Triestina, bivio Aereoporto/Jesolo

TESSERA. «Ogni anno la stessa storia, bisogna fare qualche cosa». Con la bella stagione tornano i mendicanti lungo la statale. Spesso sono fissi, specialmente in via Triestina, alla confluenza con la bretella autostradale, posizionati ai semafori, specie quello al bivio Jesolo-aeroporto. Quando diventa rosso si avvicinano alle auto, chiedendo la carità. Qualcuno zoppica e altri presentano malformazioni evidenti agli arti superiori e disabilità varie.

Se fa molto caldo, come in questi giorni di afa e umido oltre la sopportazione, si portano degli ombrelloni da mare e li piantano a fianco alla strada, per riposarsi all’ombra pochi istanti. Dopo qualche mese gli spartitraffico sono pieni di carte, bottiglie, resti di pranzi frugali. La stessa cosa vale per gli argini a fianco alla strada: diventano ricettacolo di spazzature, carte e cartine.

I bisogni liquidi e solidi li fanno lì, a fianco alla strada, quando non c’è nessuno che passa, anche se in estate è difficile che cessi il transito verso il mare. C’è chi allunga loro soldi in velocità, chi invece non ha il coraggio di aprire il finestrino e rimane impressionato.

Nessuno, ovviamente, crede che siano lì da soli, sicuramente vengono portati sul posto da qualcuno e il sospetto è che dietro ci sia un’organizzazione che sfrutta queste persone e il loro stato.

Sensibile al problema si dimostra il presidente della Municipalità di Favaro, Ezio Ordigoni, che già l’anno passato si era appellato alle autorità domandando loro di intervenire con urgenza e memorizzando addirittura la targa del furgone di chi li portava e andava a riprendere. Oggi torna a farsi sentire: «Ho personalmente segnalato in più occasioni, anche recentemente, a Polizia municipale e ai carabinieri questa situazione di degrado etico ma anche di pericolo per l’incolumità di questi soggetti e per la stessa circolazione. Non è certamente un bel biglietto da visita per il nostro territorio, una realtà turistica di prim’ordine. Le forze dell’ordine sono intervenute numerose volte ma questo non serve e visto che l’accattonaggio non è reato questi signori ritornano. Il problema non sono i singoli ma chi li coordina e questi vanno assolutamente perseguiti con tolleranza zero e foglio di via immediato. Per questo mi rivolgerò ancora una volta al prefetto».

Precisa: «In genere, a chiedere l’elemosina li troviamo in tutti gli incroci dove le automobili si fermano. La buona notizia per noi è che proprio in quel sito è in fase di realizzazione una delle due rotonde che l’Anas sta costruendo in zona aeroporto, ma è chiaro che si sposteranno altrove. Se veramente vogliamo la scomparsa di questo malcostume, anche noi cittadini automobilisti dobbiamo auto educarci, smettendo di elargire elemosine in simili circostanze, scoraggiando dunque questi soggetti».

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