Tessera, Korablin acquista le aree per il nuovo stadio
VENEZIA. C’è la firma sui terreni per costruire il nuovo stadio del Venezia e di Venezia. Una telenovela che a questo punto sembra essere giunta al capolinea, e il 16 marzo potrebbe diventare una data da cerchiare di rosso sul calendario dei tifosi arancioneroverdi. Inchiostro versato ieri mattina anche sui documenti finiti sul tavolo presidenziale della sede mestrina del club. Da una parte il presidente Yuri Korablin assistito dall’avvocato Alessio Vianello, dall’altra il costruttore Giulio Sabbadin, proprietario dei terreni in questione attorno alla tangenziale dove è previsto il Quadrante di Tessera, accompagnato dai legali dello studio Pea. Una firma attesa da giorni, se non settimane, perché tanto si era scritto e detto, ma la parola fine alla trattativa, e con essa le firme, ancora mancavano.
Tempi stretti. Dopo un anno e mezzo di trattative con il Comune, il club aveva virato quattro settimane fa sui terreni di proprietà privata, appunto del costruttore Sabbadin. Terreni sui quali pendeva però l’opzione del Gruppo Save. Una questione che in pratica permetteva alla società di Enrico Marchi di usufruire di uno sconto sul costo al metro quadro della terra in ballo, calando da 30 a 26,5 euro. Opzione che però scadeva il 28 febbraio, e con un accordo tra Venezia e Save, il club di Korablin si è inserito in corsa nella trattativa, ma senza riuscire a chiudere entro l’ultimo giorno di febbraio. Tutto sembrava perso, e invece, la trattativa è proseguita sotto traccia per giorni, fino all’epilogo di ieri mattina.
L’accordo. La firma, come detto, è arrivata solo ieri per la “soddisfazione del proprietario dei terreni, Giulio Sabbadin”, e naturalmente dello studio legale che lo ha assistito. Ma soddisfazione che pare essere la stessa della proprietà russa del Venezia, che così ha messo una pietra miliare sul progetto del nuovo stadio, che ora potrà muovere i primi passi, nella speranza che possano iniziare i lavori di costruzione quanto prima.
Costi. Al momento il prezzo dell’operazione conclusa ieri è “secretato”. Si sa solo che è stata trovata una via di mezzo salomonica, dal momento che l’opzione era già scaduta, ma anche che da ambo le parti c’era la voglia di accordarsi e definire la situazione. Se la somma base era 30 euro al metro quadro, e quella opzionata 26,5, non si dovrebbe andar troppo lontani dall’obbiettivo parlando di 28 euro qualche centesimo, in più o in meno. Tradotto significa un’operazione da oltre 6 milioni per l’acquisto dei 22 ettari di terreno. Un’area subito alla destra della tangenziale, tutti campi dove teoricamente dovrebbe sorgere lo stadio nuovo con tutti i servizi annessi e necessari. Poi, però, Korablin ha opzionato altri 7 ettari e mezzo, sul lato opposto della tangenziale, per i quali le parti si dovranno rivedere. E qui si rientra quasi perfettamente nei termini, visto che fin dall’inizio si era parlato di contatti tra proprietà e Venezia per un totale di circa 30 ettari. Saremmo ora quindi a 29 e mezzo.
Il Comune. Chiusa la partita terreno, evidentemente quella più importante da giocare in questa fase per la società arancioneroverde, ora si apre quella con il Comune per la realizzazione delle opere. Si era detto tre settimane fa che l’accordo possibile con i privati avrebbe forse fatto storcere il naso a qualcuno nelle stanze di Ca’ Farsetti. Invece, a quanto ribadì poi il titolare dell’Urbanistica, Andrea Ferrazzi, la soluzione sarebbe andata bene lo stesso. «Che la società acquisti dai privati o dal Comune poco importa, l’importante è che il progetto vada avanti e si possa costruire il nuovo stadio per la città. L’unica differenza sta nel capire quale iter avviare, in base a quale accordo verrà intrapreso dal club. Noi siamo qui pronti a parlare; siamo alla finestra pronti a discutere la situazione e trovare la soluzione migliore per partire in tempi brevi con il progetto».
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