Terzariol ha conquistato il voto dei giovani
SAN DONÀ. Con 230 preferenze Daniele Terzariol è il più votato in assoluto alle elezioni amministrative di San Donà. 33 anni, ricercatore universitario esperto di sociologia, occhi vivaci di chi guarda alla vita con positività e spensieratezza. Ha fondato un centro studi per aiutare gli studenti, organizza eventi, è ricercatore universitario. Vive la vita giorno per giorno, consapevole che il mondo è cambiato e che in questa transizione i giovani sono quelli che più hanno pagato. E ama stare con la gente, vivere la sua città. Forse per questo la sua proposta ha convinto tanti giovani a votarlo. Ha iniziato a far politica da indipendente, poi è stato “folgorato” da Andrea Cereser, ed è entrato nel Pd. Cinque anni da consigliere comunale, 50 paesi europei visitati nell’ambito dei progetti che ha seguito su delega del sindaco.
Cosa ha convinto così tanti elettori a votarti? «Sono sempre stato tra le gente, ho parlato e discusso con tutti, apertamente e con coerenza. Io credo che Cereser sia il nostro valore aggiunto, il sindaco che ha dato un’impostazione chiara e coerente, quello che serve alla città per crescere. Il nostro futuro è nella fusione dei Comune del Piave, passando per l’unione dei servizi. Sarà difficile all’inizio, magari per i Comuni che temono di perdere la loro identità. Dobbiamo essere noi a deciderlo prima che lo faccia qualcun altro per noi. Oggi i finanziamenti europei si rivolgono a un bacino di almeno 80-100 mila abitanti».
Adesso cosa farete in vista del ballottaggio? «Il Pd ha ottenuto un ottimo risultato e ragiona al pari della Lega in termini percentuali. Bene anche le liste civiche della coalizione. Il nome di Cereser è un riferimento importante per tutti e possiamo dialogare con chiunque, fermo restando il programma che forse non piacerà a tutti, ma è quello che ci ha portato fino a qui. Chi accetterà il nostro programma vedrà le porte aperte. Chiaramente al ballottaggio si riparte da zero palla al centro. Una partita secca».
I Cinque stelle non hanno raggiunto il risultato che speravano. «Credo che non siano ancora strutturati per delle elezioni amministrative in cui contano molto le persone. A livello nazionale hanno anche molto da insegnare e compiuto enormi passi avanti, ma non in un Comune dove tutti gli equilibri cambiano. Noi abbiamo lavorato con i cittadini e tra la gente, non abbiamo fatto promesse. Dobbiamo passare da cittadina a città, essere anche noi al centro di qualcosa di più grande che è l’Europa nella quale crediamo e della quale ci sentiamo parte. Per questo abbiamo lavorato con tanto progetti europei- penso ad esempio a Urbact- ottenuto fondi molto importanti o comunque imboccata la strade per arrivarci e continuare a crescere». (g.ca.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia