Terza colonna di San Marco, ricerche da settembre

VENEZIA. Si avvicina – forse già a settembre – l’inizio della campagna di indagini tomografiche per la ricerca della mitica Terza colonna di San Marco, quella che secondo le cronache andò perduta in acqua nel 1172, cadendo dalla barca che la trasportava, rimanendo sul fondo del Molo mentre veniva portata a riva insieme alle “sorelle” del Todaro e del Leone alato.
E' stato ufficialmente consegnato all’ufficio Protocollo del Comune di Venezia – presenti anche l’assessore al Turismo Paola Mar e il consigliere comunale Maurizio Crovato per l’amministrazione – la documentazione del cosiddetto progetto Aurora, come l’ha chiamato il suo promotore, il comandante e subacqueo veneziano Roberto Padoan: 50 pagine di dati, descrizioni di tecnologie e strategie operative finalizzate all’avvio delle ricerche non invasive – con l’uso di sensori elettrici infissi tra i masegni del Molo e in acqua – nell’area del Molo che va dal Ponte della Paglia alla Biblioteca Marciana.

Da lunedì via all’iter delle autorizzazioni. Dopo il via libera della Soprintendenza e il patrocinio del Comune di Venezia, il progetto arriverà lunedì sui tavoli dei tecnici dell’Assessorato ai Lavori pubblici per le autorizzazioni necessarie all’occupazione del plateatico e le verifiche in materia di sicurezza.
Dovrà essere quindi stipulata una convenzione tra il Comune e i promotori del progetto, finanziato da sponsor privati, senza oneri per il Comune. Presenti anche gli archeologi veneziani Luigi Fozzati e Marco Bortoletto – che si occuperanno della parte scientifica della ricerca storica – e la squadra di geologi e ingegneri che seguiranno le ricerche, con le imprese Icorest, Morgan, Save Innovation e Musso Holding srl.
Sei mesi di indagini su 7 mila metri quadri. Dopo la conferenza dei servizi, orientativamente da settembre, potranno iniziare le indagini tomografiche, che dureranno circa sei mesi.
Settemila metri quadri “monitorati”, di cui metà in acqua e metà in piazza, per una durata di circa sei mesi in cui verranno effettuate verifiche del sottosuolo, studi archeologici e mappature dei sottoservizi. Le indagini tomografiche – in pratica una “Tac” su tutto ciò che ci trova sotto il Molo e di fronte ad esso in acqua – si svolgeranno prima solo nelle ore notturne e poi anche in quelle diurne, ma saranno condotte in modo tale da non arrecare disagio ai cittadini o alle categorie economiche della città, a cominciare dai gondolieri del Molo.
Mappatura delle fragilità del sottosuolo veneziano. Al di là del possibile ritrovamento della Terza colonna – straordinario se ci fosse realmente, anche se inizierebbero i problemi per rimuoverla – l’indagine tomografica nell’area del Molo con le nuove tecnologie permetterà per la prima volta di sapere esattamente cosa si trova nel sottosuolo e sotto il pelo dell’acqua: cavità, sottoservizi accumulatisi nei secoli, stratificazioni di pavimentazione.
Proprio l’importanza di questo aspetto della ricerca è stato messo in rilievo in particolare da Fozzati e Bortoletto, oltre che dall’assessore Mar. «Può essere l’inizio di una mappatura del sottosuolo veneziano e delle sue fragilità, che oggi non esiste e di cui c’è invece assoluto bisogno, per individuare criticità o vuoti, ma anche per intervenire, se necessario, avendo già coscienza della situazione».
Attese delle scoperte. Ma al di là della certezza che sarà raggiunta sul fatto che la Terza Colonna di San Marco sia mito o realtà, dall’indagine tomografica si attendono comunque altre evidenze storiche o archeologiche importanti sulla storia dell’area marciana.
«Sappiamo già da indagini precedenti che al di sotto delle due colonne della Piazzetta c’è qualcosa» ha spiegato il dottor Bortoletto «ma ci sono molte altre risposte che potrebbero arrivare dall’indagine. Non sappiamo infatti esattamente dov’era la chiesa di San Geminiano. Non sappiamo neppure se la chiesa di San Teodoro, un tempo esistente, sia stata inglobata nella Basilica di San Marco o si trovi invece al di sotto della Piazzetta dei Leoncini. Potremo saperne di più».
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