Terroristi affiliati all’Is, perquisizioni nel Nordest
BELLUNO. Da questa mattina i carabinieri dei Ros di Padova, supportati da quelli di Belluno e di altri comandi del Veneto stanno compiendo delle perquisizioni in diverse località sia del Bellunese che nell'intero Triveneto, nell'ambito dell'indagine sui collegamenti con l'islamismo più radicale, quello dell’Is.
I carabinieri hanno effettuato perquisizioni e controlli in diverse case, in particolare tra Longarone, Ponte nelle Alpi e l'Alpago, nelle zone da cui sono partiti i combattenti di origine bosniaca e macedone finiti in Siria. Ci sarebbero tre indagati per ipotesi di arruolamento con finalità di terrorismo.
L'operazione sarebbe la prosecuzione dell'attività anti-terrorismo che portò ad indagare cinque persone nell'agosto scorso, dopo che le stesse, dei bosniaci e macedoni, dal Veneto si erano trasferite in Siria per aderire all'Isis.
Oggi i Ros hanno perquisito alcune abitazioni a Longarone, Ponte nelle Alpi e nella conca dell'Alpago. Sulla vicenda le forze dell'ordine e gli inquirenti tengono il massimo riserbo, ma il percorso fatto dai Ros segue le tracce della prima tranche di indagine e i tre indagati, che dovrebbero essere andati in Siria come jhaidisti, avrebbero lasciato l'Italia da tempo.
Ad agosto l'indagine, condotta dai carabinieri del Ros, era legata alle sorti di Ismar Mesinovic un bosniaco residente nel Bellunese morto in Siria all'inizio dell'anno in combattimento dopo aver aderito alla guerra santa. L'attenzione su Mesinovic, e i cinque indagati di cui nessun italiano, si era infatti concentrata fin dall'inizio su soggetti dell'area balcanica, persone che avrebbero avuto a che fare con l'uomo prima che questo sparisse dal Veneto, nel dicembre 2013, portando con sè il figlioletto di due anni, del quale si sono perse le tracce.
Alla conclusione che Mesinovic sia morto in Siria, ad Aleppo, gli investigatori erano giunti attraverso foto, circolate anche sul web, che lo vedono esanime a terra, in condizioni che fanno presumere sia stato ucciso probabilmente in combattimento. L'ipotesi più accreditata è che l'uomo - secondo il racconto della moglie tutt'ora in Italia e da lui abbandonata - ,già fervente musulmano, si sia radicalizzato ed abbia aderito alla jihad andando a combattere al fianco degli insorti contro Assad convincendo altri musulmani residenti, all'epoca tra il bellunese e il vicino Friuli, a seguirlo.
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