Terrorismo: Cesare Battisti potrebbe venire espulso dal Brasile / FOTO

Il Tribunale superiore del Brasile ha respinto il suo ricorso alla condanna per la falsificazione del visto. A Caltana aveva ucciso il macellaio Lino Sabbadin durante una rapina
BOLLIS CALTANA: CASO BATTISTI ADRIANO SABBADIN CON UNA FOTO DEL PADRE LINO SABBADIN UCCISO NEL FEBBRAIO DEL 1979 DAI PAC 13/02/2009 LIGHTIMAGE
BOLLIS CALTANA: CASO BATTISTI ADRIANO SABBADIN CON UNA FOTO DEL PADRE LINO SABBADIN UCCISO NEL FEBBRAIO DEL 1979 DAI PAC 13/02/2009 LIGHTIMAGE

CALTANA DI SANTA MARIA DI SALA. Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo condannato all'ergastolo in Italia, rischia l'espulsione dal Brasile. Il Tribunale superiore di giustizia brasiliano (Stj) ha infatti respinto il suo ricorso contro una condanna per la falsificazione di timbri del servizio immigrazione sul passaporto con il quale entro' nel Paese, nel 2004. Come riferisce l'agenzia locale O Globo, copia della sentenza sarà trasmessa al ministro della Giustizia Jose Eduardo Cardozo per ''le misure ritenute ragionevoli''.

La legge brasiliana prevede fino all'espulsione per chi falsifica i documenti per ottenere l'ingresso o il soggiorno nel Paese.

Battisti, 59 anni, è stato condannato all'ergastolo in contumacia in Italia nel 1993 per quattro omicidi compiuti alla fine degli anni '70, tra cui quello del macellaio Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 a Caltana durante la rapina del suo negozio da parte di un commando guidato proprio da Battisti.

Dopo esser fuggito dalla Francia nel timore di una possibile estradizione, era riparato in Brasile dove però era stato arrestato nel 2007.

Trascorsi 4 anni e 4 mesi in carcere a Brasilia, era stato liberato il 9 giugno 2011, poche ore dopo che la Corte Suprema aveva bocciato la richiesta di estradizione in Italia, accordandogli poi lo status di rifugiato politico.

Prime reazioni anche in Italia: «Il terrorista Cesare Battisti potrebbe essere espulso per aver falsificato i timbri sul passaporto. Lo aspettiamo in Italia a celle aperte». Lo afferma in una nota la deputata del Pdl Elvira Savino.

Da sempre il figlio di Lino Sabbadin, Adriano, ha chiesto alla Stato di agire ad ogni livello perché l’assassino di suo padre espii la sua pena in un carcere italiano.

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