Terreni del Quadrante di Tessera cresce la tensione a Ca’ Farsetti
Il futuro del Quadrante di Tessera e la possibile vendita decisa dal Comune dei terreni di proprietà della Cmv spa - la società patrimoniale del Casinò, in dissesto finanziario ormai strutturale perché quasi priva di entrate e piena invece di debiti - infiamma il dibattito a Ca’ Farsetti. La questione si intreccia a quella del Masterplan dell’area aeroportuale per il quale il commissario straordinario Vittorio Zappalorto prima e ora, di fatto, anche il nuovo sindaco Luigi Brugnaro hanno dato di fatto il via libera ai progetti della Save e del suo presidente Enrico Marchi - rinunciando alla precedente pianificazione urbanistica di Ca’ Farsetti - che ha già lanciato una richiesta di manifestazioni di interesse per costruire un grande albergo gestito dalla società dell’aeroporto Marco Polo, fronte laguna, nell’area in cui sorgerà il nuovo terminal acqueo.
I terreni di Tessera - “i gioielli di famiglia” della società della casa da gioco, visto che da agricoli verrebberro venduti come edificabili, con un forte guadagno - dovevano servire per costruire qui il nuovo Casinò di terraferma con annesso albergo di lusso.
Ma il nuovo Casinò - complice anche la crisi profonda di incassi della casa da gioco - per il momento non si farà più e il grande albergo lo farà, appunto, la Save. Che, a questo punto, potrebbe essere interessata anche ad acquistare i terreni del Quadrante messi in vendita dal Casinò e dal Comune. Che finora non ha voluto discutere in Consiglio comunale di possibili osservazioni al Masterplan della Save, quando il termine per presentarle scade martedì, quando è in programma una Commissione consiliare Urbanistica su questo tema.
«Il termine del 28 non è perentorio», osserva il capogruppo della Lista Casson, Nicola Pellicani, che per primo ha sollevato in Commissione Bilancio la questione della vendita da parte del Comune dei terreni di Tessera, «e per questo chiederemo agli uffici di chiedere una proroga perché si abbia il tempo di formulare delle osservazioni. Non possiamo in pratica lasciare tutta l’area di Tessera in mano alla Save senza che il Comune mantenga almeno un minimo di potere di controllo».
Nel Consiglio comunale di giovedì 30 luglio - che si annuncia tra l’altro molto “caldo” anche per la contestazione annunciata dai sindacati dei dipendenti comunali per i tagli in busta paga decisi dalla Giunta - saranno presentate da tutte le opposizioni tre mozioni sul tema del piano particolareggiato del terminal di Tessera, una dalla consigliera Sara Visman per il Movimento Cinque Stelle, una dal capogruppo del Pd Andrea Ferrazzi e una dallo stesso Pellicani.
Il protocollo d’intesa firmato da Enac, Comune e Save prevede che la società aeroportuale si impegni ad acquisire le aree del Terminal di Tessera (affidate ad un curatore dopo il fallimento della società Aeroterminal dei fratelli Poletti) non appena conclusa l'approvazione del masterplan, già approvato in linea tecnica da Enac, e ora sottoposto ad una procedura di valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, sospesa, per i chiarimenti sollecitati dalla Regione.
Nell'accordo si dice che il terminal si svilupperà in due fasi: la prima legata all'accesso alla città e alle isole; la seconda legata allo sviluppo di attività e funzioni aeroportuali.
La Save di Marchi si impegna a realizzare il terminal acqueo con vaporetti e parcheggi e in cambio il Comune di Venezia rinuncia appunto alla propria pianificazione urbanistica nell’area.
Enrico Tantucci
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