Terremoto, i volontari di Mirano tra la neve

Il racconto della Protezione Civile: viabilità in tilt, comunicazioni molto difficili 

MIRANO. Arrivano foto da tregenda dai volontari della protezione civile del distretto Miranese in servizio nei comuni colpiti dal terremoto nel Centro Italia.

Operativi da sabato, hanno dovuto lasciare Arquata del Tronto, sepolta dalla neve che continua a scendere copiosa.

E nelle ultime ore ci è messa anche una nuova impressionate sequenza sismica che ha fatto tremare la terra tra le provincie de L’Aquila e Rieti. Partiti i soccorsi, anche dal Veneto, per intervenire in zone che risultano ancora isolate e con cittadini rimasti bloccati in casa.

I primi a muoversi però sono stati coloro che erano già sul posto: Paolo Michieletto, della protezione civile di Noale, coordinatore di distretto, Roberto Beltramello vicepresidente dell’associazione di Santa Maria di Sala, Fabio Bortoluzzi e Marco Da Lio del gruppo comunale di Spinea, sono ora al sicuro a Montemonaco, in provincia di Ascoli Piceno, dove continuano la loro missione “da remoto”, ma tra mille difficoltà operative, con connessioni internet instabili e continui black-out elettrici.

La viabilità è in tilt, le comunicazioni restano difficili e i collegamenti impossibili.

«Molte strade sono chiuse o impraticabili», racconta Roberto, «appena svegli liberiamo i nostri mezzi sepolti dalla neve durante la notte, ma Arquata è ormai irraggiungibile. Gli unici spostamenti che riusciamo ad effettuare sono fino al Comune di Montemonaco, a un paio di chilometri da qui. Siamo senza telefono e corrente».

Nel frattempo mercoledì il terremoto è tornato a far paura, con nuovi crolli ed evacuazioni: ai soccorsi partecipano anche i quattro del Miranese, scesi in realtà per altri compiti, ora passati in secondo piano. «Qui trema tutto», spiega Fabio, «siamo in piena emergenza neve, più di due metri in tre giorni e sentiamo tutte le scosse molto forte. Ieri abbiamo fatto la spola dal campo base al paese per portare giù gli anziani, poi fino ad Amandola, lungo una strada piena di neve per trasferire una donna incinta all’ottavo mese. Infine di nuovo su a cercar di tirar fuori dalle case isolate altre persone».

Nell’Ascolano e nel Maceratese intere frazioni sono ricoperte dalla neve, con una coltre che supera ormai i due metri e disagi enormi nei comuni già colpiti dal sisma di agosto e ottobre. Con le scosse che continuano. Nei racconti dei volontari c’è tutta la drammaticità della situazione, ma anche determinazione e coraggio: «Ad ogni scossa la gente è portata d’istinto a scappare fuori, dopo quello che è successo nei mesi scorsi, ma nei paesini più isolati, dove è rimasto qualcuno, se va bene si riesce a malapena ad aprire la porta sepolta dalla neve e poi in strada non si sa dove andare». 

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