Terre Rosse, parte la bonifica

Dogaletto. L’assessore Sanginiti assicura: «In cinque anni l’area tornerà al suo aspetto originario»
Di Alessandro Abbadir

DOGALETTO. Terre Rosse e via Teramo: partono entro l’anno i progetti di bonifica e di messa in sicurezza di due aree del territorio comunale con siti con materiali altamente inquinanti e pericolosi. A spiegarlo è l’assessore all’ambiente, Maria Grazia Sanginiti, che martedì presenzierà alle 20.30 a un’assemblea all’Auditorium di Oriago in cui i tecnici di Veneta Raw Material spiegheranno i tempi e i modi dello sgombero definitivo dei cumuli di ceneri di pirite dall’area di via Bastie a Dogaletto. La questione delle “terre rosse” si trascina da più di 30 anni, sono stati molti i procedimenti intentati nei confronti della proprietà, che non aveva mai avviato finora la bonifica del sito. Un accordo di qualche anno fa definiva competenze e tempi per la messa in sicurezza, la successiva bonifica e l’asporto del materiale (700 mila metri cubi) che, dopo un trattamento, potrà anche essere riutilizzato nell’industria. Certo la bonifica non sarà avviata per puro spirito di generosità, ma in ottemperanza a una sentenza del Tar dello scorso anno, che ha integralmente rigettato tutte le domande proposte dalla ditta (Veneta Mineraria), che non aveva provveduto allo sgombero e al trattamento delle ceneri, accogliendo le tesi difensive dell’avvocatura provinciale. Il tribunale ha deciso l’annullamento, il risarcimento dei danni, e l’invito a provvedere allo smaltimento dei rifiuti stabilendo che vanno trattati come rifiuti speciali, con le procedure e i modi che il trattamento dei rifiuti speciali richiedono. «È una tappa importante», chiosa l’assessore all’ambiente Maria Grazia Sanginiti, «del processo per la messa in sicurezza del sito, dopo che già due anni fa si era arrivati a un accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune in cui si era individuato il percorso da seguire, e dopo che il Comune aveva dovuto sobbarcarsi onerosi interventi di asporto e trattamento delle acque contaminate dalle ceneri di pirite. Nel giro di pochi anni (quattro-cinque al massimo) grazie anche alle continue pressioni e solleciti che il Comune non mancherà di fare, quest’area a ridosso della laguna a Dogaletto, sarà recuperata al suo aspetto originario chiudendo finalmente una ferita che da decenni restava aperta». Con la vicenda delle ceneri di pirite andrà verso la soluzione quest’anno la questione della bonifica del sito inquinato di via Teramo a Borbiago, dove negli anni ’70 vennero sepolti in modo abusivo 7000 fusti tossico-nocivi delle produzioni di Porto Marghera e la discarica fu oggetto di indagini alla fine degli anni ’90 di una commissione parlamentare. La discarica è stata resa sicura attraverso l’iniezione nel terreno alla profondità di nove metri di un materiale isolante bituminoso che circonderà l’ammasso dei fusti tossici, per evitare che le sostanze finiscano nei vicini corsi d’acqua. «Entro l’anno sarà fatto un bando», conclude l’assessore Sanginiti, «per completare con questo sistema l’isolamento di tutta l’area».

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