"Terraferma" di Crialeseda Venezia agli Oscar

Terraferma di Emanuele Crialese presentato alla Mostra del Cinema a Venezia, vincitore del Premio speciale della Giuria, è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese
VENEZIA.
Terraferma
, il film di Emanuele Crialese presentato alla Mostra del Cinema a Venezia, vincitore del Premio speciale della Giuria e accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico, è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E' quanto ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all'Anica.


In corsa con Crialese per entrare nella cinquina dei cinque film non in inglese (solo il 24 gennaio si saprà quali fra tutti i candidati saranno scelti) c'erano per l'Italia altri sette film:
Corpo celeste
di Alice Rohrwacher,
Habemus Papam
di Nanni Moretti,
Nessuno mi
può giudicare
di Massimiliano Bruno,
Noi credevamo
di Mario Martone,
Notizie dagli
scavi
di Emidio Greco,
Tatanka
di Giuseppe Gagliardi e
Vallanzasca
di Michele Placido.


La commissione quest'anno era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema), Marco Bellocchio (regista), Martha Capello (presidente Agpc, Associazione Giovani Produttori Cinematografici), Francesca Cima (produttrice), Tilde Corsi (produttrice), Paola Corvino (presidente Unefa, Union of Film and Audiovisual Exporters), Valerio De Paolis (distributore), Luca Guadagnino (regista) e Niccolò Vivarelli (giornalista). L'anno scorso era stato candidato per l'Italia, La prima cosa bella di Paolo Virzì.


Crialese è emozionato, quasi frastornato dalla notizia: «Felicissimo e onoratissimo anche se non posso dire che me l'aspettavo, ma solo che lo speravo». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema - Regione Sicilia, ha secondo il regista che ha studiato negli Usa molte cose che potrebbero piacere agli americani: "questi sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c'è in questo senso molta sensibilità da parte loro verso queste storie in evoluzione".


Il film, girato a Linosa, racconta l'emergenza immigrazione attraverso la storia di due donne, un'isolana, che ha il volto di Donatella Finocchiaro, e una straniera: l'una sconvolge la vita dell'altra. Mimmo Cuticchio veste i panni di Ernesto, settantenne che non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Il nipote Filippo (Filippo Pucillo) ha perso il padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e quello dello zio Nino (Giuseppe Fiorello), che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. La madre Giulietta (Finocchiaro), giovane vedova, sente che il tempo immutabile di quest'isola li ha resi tutti stranieri e che sull'isola non potrà mai esserci un futuro per lei, né per Filippo.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia