«Terna deve interrare tutto l’elettrodotto Fusina-Dolo-Camin»
MARGHERA. Sul nuovo progetto di Terna per la razionalizzazione dell’elettrodotto ad alta tensione Fusina-Dolo-Camin – che comprende anche il capitolo dell’atteso interramento dei tralicci nell’area del Vallone Moranzani a Malcontenta, citato anche nel Patto per Venezia – si profila un nuovo braccio di ferro.
Uno scontro diretto tar Terna e i territori interessati che potrebbe rientrare a suon di ricorsi, come quelli che hanno portato alla bocciatura definitiva dell’analogo progetto presentato nel 2006 con una sentenza di revoca nel 2013. Pochi giorni fa sono stati i sindaci della Riviera del Brenta, dopo aver analizzato il nuovo progetto di Terna – per il quale è stata riavviata la procedura di valutazione dell’impatto ambientale – hanno ribadito che «sono state ignorate le istanze, a cominciare dalla richiesta di interramento di tutte la linea, espresse dal territorio al momento della presentazione del precedente progetto che è stato bocciato, 7 anni dopo la presentazione, dal Consiglio di Stato». Una rappresentanza di sindaci della riviera ha annunciato che sarà presente a Roma il prossimo 1° febbraio alla prima conferenza dei servizi nella quale si discuterà del progetto. Intanto, arriva anche in consiglio regionale con una mozione urgente, presentata da Bruno Pigozzo e sottoscritta dai colleghi di Pd, lista Amp e Veneto Civico.
« L'assessore regionale Bottacin rassicura i residenti nei territori della Riviera interessati dal tragitto dell’elettrodotto – recita la mozione – , ma nel frattempo Terna spa ha presentato un progetto sostanzialmente identico a quello già stoppato dal Consiglio di Stato con una sentenza».
«La linea dell'elettrodotto Fusina-Dolo-Camin gestito da Terna va interrata e la Regione Veneto deve intervenire urgentemente per tutelare il territorio e i suoi cittadini – continua la mozione – . Stiamo parlando di un'opera estremamente impattante: chilometri di linee aeree che si svilupperebbero nei territori tra le province di Padova e Venezia, lungo l'asse dell'idrovia con piloni alti fino a 60 metri a due passi da ville storiche che si affacciano sul Brenta, un autentico scempio ambientale e artistico. Senza dimenticare l'inquinamento elettromagnetico, visto che si parla di un enorme elettrodotto da 380 kw». (g.fav.)
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