Termine scaduto: dal 2 fuori chi non è in regola
VENEZIA. Sono 1.200 i bambini fino a 6 anni che sul territorio di competenza della Usl 3 Serenissima non sono ancora in regola con l’obbligo vaccinale, e il 2 rischiano di essere lasciati fuori dalle classi.
È il dato che emerge dagli ultimi controlli fatti dall’azienda sanitaria, anche se alcuni bimbi potrebbero anche non essere iscritti a una scuola. A settembre erano 1.400, ma la somma si è ridotta dopo gli inviti rivolti dal Servizio vaccinale alle famiglie ancora non aderenti alle norme previste dal Decreto Lorenzin.
I bambini sono quelli iscritti agli asili nido e alle scuole dell’infanzia gestite dallo Stato, dai Comuni e dalla Fism (le paritarie, ndr). Una situazione che dall’agosto scorso ha visto crescere gli attriti tra famiglie e scuole, con contrasti e incomprensioni cui si sono aggiunte varie modifiche o slittamenti temporali delle verifiche, creando spesso confusione.
Quello di ieri per le scuole era il termine ultimo per restituire alle aziende sanitarie il proprio elenco di bambini iscritti senza che le famiglie abbiano ancora ottemperato alle vaccinazioni, oppure abbiano già in tasca la prenotazione per farlo. Il tutto dopo che nelle scorse settimane la Usl 3 Serenissima aveva a sua volta inviato alle scuole il proprio elenco di chi non era in regola.
Morale: il 2 la responsabilità di decidere chi entra e chi no in classe ricadrà sui dirigenti scolastici.
«Alla fine succederà quello che non volevamo, e cioè ritrovarci noi dirigenti con il cerino in mano e a dover metterci sulla porta per respingere i bambini non in regola», afferma Stefano Cecchin, responsabile provinciale e veneto della Fism.
«Una volta verificato chi è in regola e chi no, a questi ultimi consegneremo il provvedimento di sospensione, ma se i genitori faranno comunque entrare i bambini, non ci resterà che chiamare i sindaci affinché loro prendano una decisione sul da farsi con dirigenti comunali o vigili urbani. Nel caso delle paritarie la responsabilità delle scuole è in capo al parroco, a gruppi di genitori se è gestito in cooperativa o ad alcuni dirigenti. Non possiamo prenderci certe responsabilità. Se un bambino che non deve entrare, entra e cade facendosi male, chi ne risponderà? Se è malato e contagia anche gli altri, chi ne risponderà?».
Una situazione per certi versi ancora esplosiva, che in questi mesi si è solo spostata nel tempo verso la fine dell’anno scolastico con una proroga dietro l’altra. Solo nelle scuole della Fism, che a livello provinciale sono 130 nell’infanzia e 42 come nidi integrati, gli iscritti sono circa 11 mila. Il 60 per cento del totale provinciale.
La Fism stima che tra i 200 e i 300 bambini da loro iscritti non siano in regola. «E pensare che la provincia di Venezia, come quelle di Rovigo e Belluno, ha i dati migliori», aggiunge Cecchin. «Ci auguriamo che in qualche modo tutti possano finire questo anno scolastico nella confusione che abbiamo dovuto subire, e che l’estate porti consiglio alle famiglie e allo Stato. Poi a settembre si vedrà chi starà fuori o meno».
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