Terme e una Spa pubblica Ferro rilancia il progetto

Jesolo. Il comitato pensa ai terreni della Croce Rossa che sono stati messi all’asta «Sarebbe una struttura importante per il rilancio dell’economia turistica»

JESOLO. Terme e Spa pubblica a Jesolo, il comitato torna alla carica. Ora che si parla di polo riabilitativo a Jesolo nell’ospedale potenziato in questo senso, e di asta pubblica per la vendita dei terreni della Croce Rossa a pochi metri di distanza, la questione termale torna in primo piano e diventa motivo di ragionamento sui futuri flussi turistici da captare, come è stato anche per il naufragato progetto di naturismo al lido.

Le terme sono state proposte più volte e in svariate occasioni e amministrazioni, ma sono state sempre chiuse in un cassetto assieme agli studi geologici in merito. Claudio Ferro, già consigliere comunale ed esponente dei socialisti, ha fondato un comitato sulla questione. «Finalmente si comincia a vedere una luce positiva sul futuro dell’area della Croce Rossa», dice, «e il Comitato per le “Terme a Jesolo”, considera positivo che la Croce Rossa metta all’asta la struttura di Jesolo. Vuol dire che avevamo ragione noi nel proporre e presentare nel 2010 un progetto sostenibile attraverso un convegno pubblico con la città e per un centro termale e di talassoterapia al posto dell’attuale struttura, incompatibile per i costi alla comunità e inadeguata all’ospitalità dei profughi in un'area fronte mare».

Attualmente ce ne sono ancora un centinaio, che non hanno comunque dato problemi in città. «Il Comune, così come ha fatto per la nuova casa di riposo», aggiunge Ferro che fu tra i primi a sostenerla in via King, «deve essere parte attiva, coordinando il processo attraverso un partenariato, attivando un accordo di programma per la realizzazione delle terme come volano dell'economia per il territorio. Il sottoscritto, con specifica delega alla realizzazione della casa di riposo, indicò con una proposta alla giunta comunale l'iter per la vendita del terreno alla casa di riposo in via Martin Luther King. La vendita del terreno ovviamente era limitata a una porzione. Infatti l’idea era quella di riservare un’area a fianco della casa di riposo in via Martin Luther King proprio per la realizzazione di una struttura della Croce Rossa consona e adeguata alle esigenze del territorio, quindi salvaguardando anche le forze lavoro oltre a eventuali sviluppi di attività in convenzione».

«Questo», conclude, «avrebbe liberato gli spazi fronte mare senza traumi per poi realizzare una vasta area termale e talassoterapica collegata all’ospedale e di grande richiamo turistico».

Giovanni Cagnassi

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