Tentata estorsione, due arresti
Mette in vendita la propria barca su e-bay e trova da venderla, ma prima gli acquirenti gli consegna due assegni scoperti e poi per restituirgli l’imbarcazione gli chiedono cinquemila euro. Alla fine i due protagonisti dell’inganno finiscono in manette e la vittima, Luca Crivellari, 31 anni, calciatore che vive a Porto Viro, ha recuperato barca e soldi. In manette sono finiti Stefano Siega, 35 anni, di Cannaregio e Stefano Bullo, (48) di Mira. Devono rispondere di tentata estorsione. Sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile in collaborazione con i loro colleghi di Rovigo.
Tutto ha inizio il 23 agosto quando Luca Crivellari, fià giocatore del Trento in serie «D» e fino un mese fa calciatore al Mezzocorona, mette in vendita la sua barca di dieci metri con due motori fuoribordo su e-bey per 45mila euro. L’indomani viene chiamato da un tizio veneziano che si dice interessato all’imbarcazione. I due concordano un incontro dove il calciatore porta la barca e l’altro arriva con il denaro. Anche se si presenta con un altro nome, l’interessato altro non è che Bullo. Alla fine il prezzo scende a 25mila euro che Bullo paga consegnando a Crivellari due assegni rispettivamente di 10mila e 15mila euro. Uno consegna la barca l’altro gli assegni. Questo avviene un venerdì pomeriggio. Al lunedì quando il calciatore deposita gli assegni scopre che questi sono carta straccia. Non gli resta che presentare la denuncia.
Qualche giorno dopo sul cellulare del calciatore si fa vivo un altro veneziano che dice di conoscere la sua disavventura e di sapere come fare per consentire a Crivellari di riavere la barca. Ma doveva però versare cinquemila euro in contanti. Il calciatore ha rifiutato spiegando all’anonimo telefonista che a lui non interessava quel genere di affare.
Ma chi aveva archittetato l’inganno non molla e le telefonate si fanno insistenti ed inoltre anche con velate minacce. Alla fine il calciatore decide di recarsi dalla polizia, prima al commissariato di Porto Tolle, poi alla Squadra Mobile di Rovigo. Gli investigatori iniziano un’attività di monitoraggio delle telefonate e assieme al giocatore decidono di organizzare una trappola e cogliere sul fatto l’estorsore. Questo al telefono dice che lo scambio denaro-barca doveva avvenire mercoledì 3 ottobre al Tronchetto.
Il calciatore doveva portare i soldi in una busta gialla e deve indossare un cappellino bianco. Inoltre il telefonista spiega che la barca sarebbe stata portata da due suoi amici.
I poliziotti organizzano con i colleghi veneziani una trappola e si appostano sul luogo stabilito. Verso le 11 di mercoledì i due sul barchino arrivano e quando il calciatore sale a bordo e consegna il denaro intervengono gli agenti che bloccano i due. Si tratta di Stefano Siega e Stefano Bullo. Vengono arrestati per tentata estorsione.
Indagini sono in corso per individuare i complici dei due. Infatti il calciatore è sicuro che a telefonare non fosse nessuno dei due uomini arrestati.
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