Tensione in municipio, rotte le trattative

Sit-in e corteo per il rinnovo del contratto e l’erogazione del premio di produttività. I sindacati: andiamo in tribunale
Di Francesco Furlan
Interpress/Mazzega Venezia, 27.06.2016.- Cà Farsetti, sospesa l'Assemblea Sindacale.- Nella foto comunali ascoltano i loro rappresentanti.-
Interpress/Mazzega Venezia, 27.06.2016.- Cà Farsetti, sospesa l'Assemblea Sindacale.- Nella foto comunali ascoltano i loro rappresentanti.-

Un sit-in di quasi tre ore a Ca’ Farsetti, l’annuncio di un ricorso al tribunale del lavoro e un’assemblea con manifestazione convocata per lunedì prossimo, 4 luglio. Tornano tesi i rapporti tra dipendenti e Ca’ Farsetti dopo l’incontro di ieri pomeriggio. Era stato convocato per le 14.30 ed è durato solo pochi minuti: rotte le trattative, per volontà sindacale. Da un lato c’era la delegazione trattante di Ca’ Farsetti, guidata dal segretario generale, Silvia Asteria, dall’altra i rappresentanti dei dipendenti comunali.

Al centro dell’ennesimo confronto il contratto decentrato, scaduto nel 2015 con la mancata distribuzione del premio di produttività (in cassa ci sono 2 milioni di euro) e l’ipotesi di stabilizzazione di circa 300 lavoratori precari. Le trattative sono state interrotte dopo che il segretario generale ha annunciato la volontà di procedere alla distribuzione del premio con i nuovi criteri voluti dal sindaco Luigi Brugnaro - «premiare le idee dei dipendenti» - e di non poter procedere con l’incremento del fondo del premio, portandolo da 2 a 5 milioni di euro, in attesa di chiarezza sul Salva Venezia, relativamente alla riduzione o all’annullamento delle penalità legate allo sforamento del Patto di Stabilità 2015. «L’amministrazione si è presentata al tavolo senza alcuna apertura sull’applicazione del contratto decentrato e ha sostenuto che applicherà il vecchio decentrato solo sulle parti obbligatorie», spiegano in una nota congiunta i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Cobas, Csa, Diccap e Uil Fpl, qust’ultimi i primi ad abbandonare il tavolo della trattativa.

I sindacati ritengono che quello del Comune sia «un atteggiamento inaccettabile che non tiene minimamente conto delle richieste approvate all’ultima assemblea dei lavoratori. L’amministrazione continua ad utilizzare il fondo contrattuale esclusivamente per il proprio interesse e non è disponibile ad erogare la produttività collettiva. Questa totale chiusura non può che generare una durissima reazione dei lavoratori del Comune e per questo le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno abbandonato il tavolo». E mentre i delegati sindacati uscivano dalla sala dell’incontro, oltre cento dipendenti prendevano possesso dell’atrio di Ca’ Farsetti, per protestare e sfogare la rabbia. È un piccolo antipasto di quanto accadrà lunedì prossimo.

I dipendenti comunali - che fino ad ora hanno sempre partecipato in modo massiccio alle manifestazioni - si troveranno alla sala San Leonardo, poi sfileranno in corteo fino a piazzale Roma e torneranno indietro, per discutere del da farsi in un’assemblea alla quale saranno invitati anche i parlamentari veneti per capire a che punto sia il percorso per la riduzione delle penalità - che ad esempio impediscono di fare assunzioni o di rimpolpare il premio di produttività ai livelli dello scorso anno - su cui deve decidere il governo a patto che il Comune presenti un dettagliato piano di recupero del debito.

C’è poi, tra le iniziative di protesta, la strada che porta al tribunale del lavoro. I sindacati sono convinti infatti che, nonostante il contratto de-centrato sia scaduto nel 2015, in attesa di un nuovo accordo Ca’ Farsetti non possa applicare solo alcune parti - ad esempio le indennità per alcuni ruoli - e non altre, come ad esempio la produttività collettiva per tutti i dipendenti. Da parte sua l’amministrazione non è intenzionata a retrocedere di un passo, soprattutto sui nuovi criteri della produttività, sul modello Toyota. Brugnaro, nei giorni scorsi, lo aveva spiegato bene, ispirando la linea tenuta ieri dalla delegazione trattante: «Vogliamo premiare i lavoratori meritevoli e con idee vincenti, e lo faremo. Se vogliono protestare facciano pure, ma il piano passerà».

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