Tensione al mercato rissa fra veneziani e operatori bengalesi

San Leonardo. Ambulanti stranieri accusati per il degrado sporcizia e concorrenza sleale perché lavorano fino alle 23
Di Davide Vatrella

VENEZIA. Da una parte ci sono i commercianti ambulanti e i residenti della zona di San Leonardo e dall’altra gli ambulanti bengalesi che hanno ormai soppiantato quelli locali. La situazione in Rio Terà San Leonardo è esplosiva e non promette nulla di buono tant’è vero che si è arrivati anche allo scontro fisico fra due ambulanti delle opposte fazioni.

Ormai i banchetti stranieri hanno soppiantato quelli dei veneziani. Dei dieci banchi di frutta e verdura sette sono dei “foresti” e solo tre sono rimasti ai veneziani. I bengalesi hanno imposto la loro legge: banchetti aperti dalle 9 alle 23, vendita di confezioni di frutta a un euro e anche di bottiglie d’acqua e di alcolici, cosa molto apprezzata dai turisti specie nelle ore serali.

«Le parole chiave», esordisce Maurizio Patanè, uno degli ambulanti veneziani, «sono concorrenza sleale, degrado e sporcizia. Concorrenza sleale perchè i bengalesi, a cui è concesso di lavorare fino alle 23 e anche con quattro persone, molte delle quali in nero, per banchetto, erodono gran parte dei nostri incassi. Il degrado e la sporcizia sono una conseguenza del fatto che i banchetti, lavorando fino alle 23, lasciano i sacchetti delle immondizie in campo San Leonardo invece di portarle, come noi, nei loro magazzini peraltro irregolari. E, a differenza nostra, se sono colti in fallo dai vigili urbani per le misure del plateatico e delle tende, non pagano le multe perchè cambiano ragione sociale della loro attività». Giovanni Maccagnin, uno dei più strenui difensori della venezianità del mercato, mette in rilievo un aspetto molto interessante preso in considerazione anche dal collega: «L’Asl non fa rispettare le più elementari norme igieniche agli ambulanti bengalesi, i bicchieri, dove mettono la frutta, vengono lavati sotto la fontana del campo. In questo caso la frutta, venduta a un euro, dovrebbe essere confezionata in un laboratorio piuttosto che nel loro magazzino. Magazzini che, tra l’altro, non dispongono di fosse settiche e di spogliatoi. A noi, invece, se lasciamo fuori una cassa sulla strada rischiamo anche una multa di mille euro, mentre a loro è permesso di lasciare dopo le 23 le immondizie in campo San Leonardo con i topi che banchettano lungo il selciato. Mesi fa il sottoscritto ha spiegato loro che le casse non si lasciano sulla strada vicino ai nostri banchi, impedendoci di lavorare: sono arrivato a un passo dallo scontro fisico. Per evitare che la situazione peggiori la soluzione potrebbe essere che il Comune realizzi finalmente quel mercato con i banchi fissi in campo San Leonardo».

Da parte loro il rappresentante dei banchi bengalesi, Khan Imran, replica stizzito con poche parole: «Tutto quello che affermano i nostri colleghi è frutto di falsità e cattiverie gratuite. Abbiamo il magazzino regolare e la licenza per vendere gli alcolici. Noi vendiamo la frutta correttamente confezionata e assolutamente non laviamo la frutta e i bicchierini sotto la fontana del campo. Al limite indichiamo ai turisti solo dove si trova la fontana».

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