Tenente dell'Arma minacciato da un falso sito islamico

Giorni d’angoscia per il sottoufficiale dei carabinieri di Dolo, Gabriele Favero, inserito nella “kill list”. Ma era opera di mitomani
La tenenza dei carabinieri di Dolo
La tenenza dei carabinieri di Dolo

DOLO. Una falsa “kill list” ha tenuto con il fiato sospeso per alcuni giorni il tenente dei carabinieri Gabriele Favero e l’Arma veneziana. Infatti il nome del sottoufficale era inserito in un post fatto circolare in rete nel quale presunti appartenenti dell’Is lo indicavano come persona da eliminare assieme ad altri ufficiali dell’Arma e dirigenti di polizia. In realtà indagini dei Ros dei carabinieri e della Procura di Roma hanno dimostrato che si tratta di un falso, realizzato anche in maniera grossolana, e che con gli jihadisti e lo Stato islamico ben poco hanno a che fare.

Il tenente Gabriele Favaro, in servizio a Dolo
Il tenente Gabriele Favaro, in servizio a Dolo

Tra i dieci nomi della lista compaiono, tra gli altri, anche l’ex comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, l'attuale questore di Firenze, Raffaele Micillo, ma anche semplici ufficiali o tenenti della Finanza. Oltre che i comandanti della polizia municipale di Lagueglia, in provincia di Savona, il comandante della Municipale di Palermo e il comandante della Municipale di Adria. La lista è finita in rete lanciata da un sito con dominio “it”. L’intento, molto probabilmente, era quello di dimostrare che lo Stato Islamico è in grado di entrare in possesso di dati sensibili riguardante appartenenti all’anninistrazione statale. Ma in diversi casi i nomi o i dati non sono corretti. Stando a quanto scritto dall’autore del documento, questa lista intende dimostrare come gli hacker dell’Isis siano riusciti a violare i database delle forze dell’ordine. Questi dieci nomi, dunque, costituirebbero degli obiettivi per i “fratelli residenti in Italia”.

Nella parte introduttiva del messaggio, sotto ad una bandiera nera dello Stato islamico, si afferma che lo Stato Islamico «si aspetta azioni», visto che l'Italia viene considerata un Paese che ha dichiarato guerra all’Is. Sempre nel messaggio sono state copia-incollate frasi tratte da trasmissioni straniere italiano sull’argomento. Al termine del messaggio scatta l’ennesima minaccia ripetuta più volte: «Conquisteremo Roma e distruggeremo le vostre croci». Ma per gli investigatori che si occupano di terrorismo si tratta dell’azione di mitomani e costruita pure male, prendendo materiale che si trova in rete, come la foto del tenente Favero. Le indagini sono a buon punto per indiviare i responsabili del “copia incolla” che, comunque, ha preoccupato non poco il primo giorno coloro che si sono trovati inseriti in lista.

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